(M. Pinci) – Attento alla fine. A un allenatore attento come Luis Enrique, il dettaglio non sarà sfuggito: la Roma, la squadra più fragile del campionato negli ultimi 15 minuti di gara, domenica incontrerà il Novara, che proprio nella coda ha costruito i (pochi) punti guadagnati in questa stagione. Intanto, l’asturiano ritrova Pjanic dopo lo spavento di ieri. E a Trigoria “debutta” con i grandi il figlio di un mito biancoceleste.
ATTENTI ALLA “CODA” – Quei 13 gol subiti negli ultimi 15 minuti di gara, adesso, sono quasi uno spettro. La Roma a due facce, prima all’intervallo e terzultima contando solo la ripresa, incontra forse l’avversario peggiore per chi ha questo limite. Il Novara di Tesser, infatti, in una stagione al limite del disastro che soltanto nelle ultime settimane ha mostrato qualche spiraglio di luce, ha costruito le poche gioie dell’anno nel finale di gara: 18 gol dei 32 realizzati in campionato sono arrivati nei minuti finali, il 56 per cento di tutta la produzione offensiva della squadra. Abbastanza per mettere a nudo il limite della Roma di Luis Enrique, fragilissima quando il match arriva agli sgoccioli. Con il Milan, ad esempio, il castigo di Ibra si è materializzato a 7 minuti dal novantesimo, la tredicesima volta dall’inizio dell’anno in cui il veleno è arrivato nella coda. Abbastanza per far sperare il portiere dei piemontesi, Ujkani: “Di solito andiamo bene nei minuti finali, dove invece la Roma soffre, dobbiamo provarci”. Se non altro, al Novara mancherà per squalifica il bomber degli ultimi minuti, Marco Rigoni. Che però ai compagni detta la linea: “Anche se la Roma è una delle migliori squadre del campionato noi dobbiamo giocare domenica per domenica come se fosse la partita della vita”. Più che una partita, possono bastare pochi minuti.
PJANIC C’È, IPOTESI VIVIANI – Eppure, quasi per uno scherzo della sorte, la gara di andata è stata vinta dalla Roma proprio alla fine. Decisivi, l’assist di Pjanic e il gol di Bojan, utile a sbloccare una partita che sembrava congelata, per un successo arrotondato poi dal bis di Osvaldo. Proprio Pjanic, dopo lo spavento di ieri, è tornato regolarmente in campo, come lecito attendersi nonostante il lievissimo fastidio al flessore che gli aveva consigliato di interrompere prima l’allenamento. Nessun problema e un posto garantito nel centrocampo di domenica all’ora di pranzo, per il bosniaco, che in Spagna scrivono abbia iniziato ad attirare le simpatie del Real, e a cui Luis Enrique non rinuncerebbe mai. Soprattutto con lo spostamento inevitabile di De Rossi in difesa, conseguenza della squalifica di Heinze. Anche per questo a centrocampo, tra Marquinho e Simplicio, una possibilità la conserva anche il giovane Viviani, che all’Olimpico ha debuttato in serie A contro la Juventus dei grandi e vinto una coppa Italia Primavera contro i baby bianconeri. Col Novara, altra piemontese, una nuova chance. Forse.
MARCHEGIANI JR. CON I “BIG” A TRIGORIA – Intanto, a Trigoria è spuntato nell’allenamento dei grandi, un volto nuovo. perché le assenze contemporanee di Curci e Lobont, hanno portato ad allenarsi con il preparatore dei portieri di prima squadra il baby Gabriele Marchegiani. Un cognome noto, nella capitale: il ragazzo, classe ’96, è infatti il figlio di Luca Marchegiani, indimenticato portiere, ma della Lazio dello scudetto. Nel 2000, quando il papà festeggiava il tricolore da biancoceleste il piccolo Gabriele aveva appena sei anni. Oggi, è il titolare degli Allievi romanisti e ha già debuttato nella nazionale under 16 del ct Zoratto. Presto per aspirare la porta di Stekelenburg, ma non per sognare un futuro nel calcio che conta. Nel nome del padre.