Non ci siamo. Fermate tutto,cosí non si puó. Non si puó vivere una Pasqua di passione (non c’è la volontà di sfiorare la blasfemia)aspettando la resurrezione del Lecce di Cosmi e di Luis Nazario Muriel. Non si puó pensare che un gruppo di uomini, consci della posta in palio, arrivino a Lecce in gita, sbagliando anche la scelta, visto il clima non proprio da mare. Ma in realtà,chiudendo gli occhi, hanno immaginato che Cosmi fosse il capo bagnini di un affollato stabilimento, Giacomazzi e Delvecchio due amabili aiutanti e Muriel, il classico nipotino che lavora d’estate per mettere da parte qualche spiccio. Il primo ad accorgersi che non c’era la sabbia al Via del Mare é stato Stekelenburg, riprova avvenuta per ben quattro volte. Il resto della scanzonata ciurma collezionava la seconda sconfitta nella storia della Roma contro il Lecce, la prima nel Salento. Dopo aver fatto conoscere la realtà dello Slovan Bratislava al mondo calcistico, un altro record da appendersi in camera e lustrarlo con orgoglio ogni Pasqua, durante le classiche pulizie. L’ho presa a ridere,sperando che una risata ci seppellirà tutta l’amarezza provata Sabato. Altrimenti, parafrasando il vecchio Troisi, “non ci resta che piangere”.
P.S. Avvisateli per tempo che domani sera si gioca Roma – Udinese. Grazie.
A cura del nostro inviato Andrea Di Carlo