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CORRIERE DELLA SERA Luis Enrique: “Io colpevole, lasciate in pace i miei giocatori”

Luis Enrique

(G.Piacentini)Nel momento di maggiore pioggia (di critiche) sulla testa della Roma, Luis Enrique si traveste da ombrello per riparare i suoi giocatori.

Dopo l’umiliante sconfitta di Lecce e alla vigilia della gara con l’Udinese che potrebbe ancora dare un senso alla stagione, il tecnico spagnolo continua a difendere la sua squadra. «Voi volete la lotta – dice in conferenza stampa rivolto ai giornalisti – e io non voglio lottare. Voi volete un confronto tra dirigenti, allenatore e squadra, io voglio solo lavorare ». Lo dice scandendo ogni singola sillaba, Luis Enrique, come a voler indicare che la via del riscatto passa solo per il lavoro.

La sconfitta di Lecce, le critiche piovute addosso alla squadra non solo dall’esterno ma anche dall’interno («Probabilmente abbiamo sopravvalutato alcuni giocatori dal punto di vista caratteriale », lo sfogo a fine partita del d.g. Franco Baldini) hanno reso necessaria una presa di posizione da parte del tecnico per difendere il gruppo. «Non mi vergogno della mia squadra, anzi sono orgoglioso dei miei ragazzi. Se dovete prendervela con qualcuno, prendetevela con me perché l’unico responsabile sono io. A dimettermi, però, non penso proprio. Lo farò solo quando capirò che la squadra non mi segue più o che la società non è soddisfatta di me».

La squadra vista a Lecce (ma anche a Bergamo, Siena, Cagliari e inmolte altre occasioni in questa stagione) ha però messo in mostra degli evidenti limiti, non solo tattici ma anche di personalità. Secondo Lucho non c’entrano niente l’età media notevolmente abbassata e i tanti giovani. «Lasciate in pace i nostri giovani perché stanno facendo una grande crescita e saranno un grande potenziale per la Roma in futuro, con qualsiasi allenatore. Basta inventare bugie sul fatto che questi ragazzi litigano nello spogliatoio, ai tifosi dico di non ascoltarle e di starci vicino. Non mi piace l’aria che tira e quello che leggo in questi giorni, noi abbiamo bisogno del clima che c’è stato finora intorno alla squadra. Un clima che forse non meritiamo ma di cui abbiamo bisogno ». Per arrivare dove? «Ho ancora l’illusione di arrivare terzo, però dovremo invertire la tendenza in queste ultime sette partite. Per vincere ci vuole pazienza. Chiedete a Cruyff quanto ha impiegato per vincere al Barcellona o a Ferguson al Manchester. Tanti grandi allenatori non hanno vinto al loro primo anno». Quanto dovranno aspettare i tifosi della Roma?

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