Nessuno slittamento del calendario, il tecnico giallorosso quindi affronterà la capolista Juventus, per l’esame più difficile e decisivo per le restanti aspirazioni verso l’Europa che conta. Un obbiettivo al quale è collegato il rafforzamento della squadra: ideale, anche dal punto di vista anagrafico, il danese dell’Ajax, ma il prezzo è alto.
(M.Pinci) – Aspettava la Fiorentina, Luis Enrique. Troverà invece la Juventus. La sorte mette la Roma di fronte alle proprie paure, ma anche alle proprie aspirazioni. La squadra di Conte, quel “modello di intensità” che l’asturiano celebra appena ne ha l’occasione, dovrà da subito, già domenica sera, misurare le aspettative europee della Roma. Che, in due settimane, vedrà scritto in maniera indelebile il proprio futuro.
DA CONTE A MONTELLA: L’EUROPA IN DUE SETTIMANE – Perché il ristretto giogo di un calendario pressato oltremisura, dopo l’ufficializzazione da parte della Lega del nuovo calendario (con tanto di polemiche e ricorsi al Tar minacciati domenica da qualche presidente scontento dell’eventuale slittamento del campionato), racchiuderà in 14 giorni 5 delle ultime 6 gare. Cinque gare a tre giorni tra l’una e l’altra: tre da giocare in casa, contro Fiorentina, Napoli e Catania, e due fuori, contro Juventus e Chievo. Proprio la prossima, contro la Juventus, sembra destinata a diventare il crocevia dell’anno: la cinquina romanista, per una ironia del caso, si aprirà con il confronto tra Luis Enrique e Conte, e si chiuderà con quello tra l’asturiano e Montella. Saranno quindi i tre allenatori più giovani della serie A, a decidere la sorte europea dei giallorossi. Sicuramente si giocherà sabato 28 aprile contro il Napoli e martedì primo maggio con il Chievo. Un doppio anticipo che serra le date della stagione della Roma, costretta a giocare per due volte da qui a fine campionato prima dei diretti avversari. Uno svantaggio, forse, ma anche la possibilità di mettere pressione a chi davanti rischia di trovarsi nella situazione di non poter sbagliare un colpo. Difficile dire se basterà a strappare quel terzo posto che Luis Enrique – pur non nominandolo più – non ha mai smesso di sognare.
MERCATO: ERIKSEN PIACE, IDEE BRASILIANE PER DIFESA E CENTROCAMPO – Un’Europa che consentirebbe alla Roma di togliersi almeno uno sfizio sul mercato, puntando su un nome top: si parla di Jovetic, ma a Trigoria piace moltissimo Christian Eriksen, trequartista danese dell’Ajax che in passato ha manifestato apertamente di essere un supporter romanista da tempo. Un giocatore valutato però ad Amsterdam non meno di 25 milioni: Baldini, forse il suo principale sponsor nella capitale, sonda l’idea di portarlo a Roma per regalare alla gente un giocatore che ritragga le caratteristiche di età e prospettiva care alle idee della nuova Roma, garantendo però indiscutibili qualità tecniche. Idee, come quelle per la difesa: a guardare le caratteristiche fisiche, il nome giusto su cui puntare sarebbe quello del capitano dello Schalke 04, Benedikt Howedes. Sabatini lo sa e gradisce eccome il giocatore, ma il prezzo è elevato, grazie anche a un contratto con scadenza 2014: non meno di 13-14 milioni. Costa decisamente meno Silvestre del Palermo, giocatore per cui la scorsa estate la Roma aveva avuto la possibilità di chiudere, prima che stringessero i rosanero. Valutazione da 7 milioni, ma affidabilità garantita. Proposto il brasiliano Rhodolfo del Sao Paulo, ma piace meno del collega Dedé del Vasco da Gama: entrambi troppo cari, almeno per ora. Dal Brasile potrebbe invece arrivare un centrocampista: oltre a Adryan del Flamengo, seguito il giovanissimo Felipe Anderson del Santos, classe 1993. Farebbe compagnia a Dodò, esterno sinistro ormai da considerarsi il primo acquisto della stagione 2012-2013. presto gli faranno compagnia anche Marquinho e Gago: per entrambi, la situazione riscatto verrà portata avanti nelle prossime settimane. Ma mentre il brasiliano autore di due gol nelle ultime tre partite costerà il prezzo pieno (4,5 milioni più bonus), per l’argentino si tratta al ribasso col Real: l’obiettivo di Baldini e Sabatini è quello di chiudere a una manciata di milioni, due circa, puntando sul contratto in scadenza 2013 col Real.