(D. Giannini) – «L’Italia è all’avanguardia per quanto riguarda le visite per l’idoneità sportiva e la salvaguardia della salute degli atleti». E’ quanto ripetono i medici sportivi e gli esperti del settore. Una leadership globalmente riconosciuta, tanto che in giro per il mondo si sta guardando al nostro Paese per modificare i vari apparati legislativi e prendere spunto dalla nostra “severità”. Ma in questi giorni in cui, a seguito della tragica morte di Piermario Morosini, si sono spesi fiumi di parole sulla sicurezza dei calciatori, in molti si sono chiesti in cosa consistono le visite a cui i giocatori professionisti vengono sottoposti per avere il via libera da parte dei medici. E ci si è chiesti anche quali siano le differenze rispetto alle migliaia di atleti dilettanti che svolgono comunque un’attività agonistica. Insomma i vari “signor Rossi” che, per partecipare ad un torneo o ad una corsa, hanno bisogno di un certificato. La visita può essere eseguita solo ed esclusivamente dagliSpecialisti in Medicina dello Sport (a differenza dei certificati per attività non agonistica che possono essere fatti anche dai medici di base). Ma quali sono gli accertamenti di base della visita? Si parte con l’elettrocardiogramma a riposo, poi elettrocardiogramma dopo esecuzione di Step Test della durata di 3 minuti su gradino di altezza variabile con calcolo dell’Indice di Recupero (l’IRI, che consiste nel misurare dopo 1 minuto e per 30 secondi di seguito la frequenza cardiaca. Si va da un intervallo tra 25 e 32 considerato “ottimo”, ad un valore oltre 65 che è “insufficiente”). A seguire ci sono la spirografia e l’esame delle urine. Nel caso del calcio, per i ragazzi compresi tra i 5 e i 12 anni è sufficiente l’idoneità generica. Una volta svolta la visita agonistica, lo specialista deve compilare e conservare una cartella clinica con tutte le notizie riguardanti l’atleta e gli accertamenti eseguiti. La cartella clinica accompagna l’atleta (quandi anche i calciatori) per tutta l’attività e lo seguirà anche dopo l’eventuale trasferimento ad un’altra squadra. Fin qui gli atleti che svolgono attività agonistica a livello non professionistico. E i calciatori professionisti? In aggiunta agli esami già elencati, che si effettuano ogni anno, i giocatori devono essere sottoposti anche a dei test ergometrici (ovvero elettrocardiogramma da sforzo). Che vengono effettuati su cyclette o su tapis roulant. Non solo, ogni due anni (anche le se società calcistiche lo svolgono ogni anno) va fatto l’ecocuore ovvero l’ecocardiogramma. E infine gli esami del sangue, che sono richiesti per legge e sono obbligatori, che le società svolgono solitamente a luglio all’inizio dell’attività e poi a gennaio. Il certificato di idoneità all’attività agonistica ha durata annuale e non può essere rinnovato prima della scadenza.