Alessio Tacchinardi, ex giocatore della Juventus, ha parlato della Roma, del progetto e di Luis Enrique. Tacchinardi, ora allenatore delle giovanili del Pergocrema, ha vestito la maglia bianconera dal 1994 al 2005 vincendo cinque scudetti, una coppa Italia, quattro Supercoppe, una Champions League, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinenale.
Roma made in U.S.A.. Crede che il progetto della nuova Roma sia valido? La società ed il tecnico hanno intrapreso la via per un futuro di vittorie?
“Mi piace il progetto Roma, mi piace la filosofia che hanno intrapreso ad inizio anno ed i giocatori che hanno preso. E’ una squadra che fa intravedere un bel calcio, una proposta di gioco “spagnola” come piace a Luis Enrique. Ma analizzando bene le partite, con un po’ più di miglioramenti nel non possesso palla e nei cali di tensione, vedi la partita di Lecce, questa squadra avrebbe tanti punti in più. Ci sono troppi errori difensivi, ripetitivi. Questo è un aspetto che il tecnico dovrà migliorare perché il resto va bene, ma quelle distrazioni le paghi”.
Domenica allo Juventus Stadium di Torino si sfideranno Juventus e Roma. La squadra di Luis Enrique può fermare la corsa allo scudetto dei bianconeri..
“Non penso. Anche perché la Roma andrà a fare la partita e non si difenderà. Sarà l’opposto della partita della Lazio, che è andata a Torino per difendersi, mentre la Roma non si tirerà indietro. Sarà una partita spettacolare con goal, ma la forza e l’impatto della Juve, in questo momento, sono superiori. La Roma lascia molti spazi e in questi casi la Juve sa farti male. Vedo una Juve favorita”.
Rincorsa al terzo posto?
“E’ ancora in corsa ma non deve più sbagliare. Le squadre davanti non vanno forte. Gli errori commessi a Lecce non devono più ripetersi. Se le altre squadre non avessero rallentato, soprattutto nelle ultime domeniche, non sarebbe più in corsa. La Roma deve dare un’accelerata importante”.
Su Luis Enrique
“Stimo molto Luis Enrique perché porta avanti le sue idee fino alla fine. Io cercherei di coprirmi di più, ma la mia, anche se ho giocato in Spagna, è una mentalità italiana. Penso sia una persona sana ed onesta e la gente di Roma lo apprezza per questo”.
Fonte: pagineromaniste.com