(U.Trani) – Schemi, pensieri e dubbi, in attesa della terza sfida della stagione tra la Juventus e la Roma. Perché Conte e Luis Enrique, nei due match già visti, hanno sempre cambiato sistema di gioco e chissà se anche stavolta s’inventeranno qualcosa per sorprendersi a vicenda. La sensazione è che li vedremo allo specchio, per capire chi è il più bello della notte. Quindi 4-3-3 per entrambi, anche se con atteggiamento differente sul campo. D’attesa per i bianconeri, con baricentro alto per i giallorossi.[…] Luis Enrique, sistemato Pjanic su Pirlo per oscurare la luce del gioco della Juve nella gara d’andata, sembra poco propenso a ripetere l’esperimento. Non vuole sacrificare un uomo sul regista avversario. L’accorgimento è in contrasto con la sua idea di calcio. Nella partita di dicembre all’Olimpico, intervenne solo per la situazione di emergenza, con il debutto di Viviani in A e l’arretramento di De Rossi in difesa. «Ormai sono diventato difensore». Il vice capitano ha scherzato con il cittì azzurro Prandelli, in visita mercoledì pomeriggio a Trigoria. Ma fino a un certo punto. Perché proprio il ruolo di De Rossi è al centro della lavagna dell’asturiano in questa settimana. Sulla posizione da affidare al giocatore che può far comodo, ovviamente, sia dietro che in mezzo al campo. Negli addestramenti, per preparare la sfida di domenica sera a Torino, Luis Enrique sta lavorando sulle due opzioni. Ieri, ad esempio, la coppia di centrali difensivi è tornata ad essere quella composta da Kjaer ed Heinze. De Rossi può, insomma, tornare a fare il centrocampista. Perché nessuno come lui sa proteggere il reparto arretrato, diventando in alcune situazioni di gioco anche il terzo centrale, abbassandosi in mezzo ai due difensori. Ma la tentazione di Luis Enrique è di confermarlo dietro. Per due motivi: 1) avere un regista arretrato e contemporaneamente un centrocampista in più nell’undici di partenza, come fa Guardiola con Mascherano; 2) la sua presenza lì dietro permette di alzare molto la linea difensiva lasciando meno campo agli avversari.[…] Due attaccanti su tre, Borini e Osvaldo, hanno le caratteristiche giuste per riuscirci. Spesso si sono sacrificati in quel lavoro. Di sicuro nelle migliori esibizioni della Roma. Se Totti sta bene, sa come comportarsi in aiuto agli altri due. I centrocampisti Panjic, Gago e Marquinho e anche i due terzini Rosi e Taddei, affiancando i tre, devono seguire le punte. La chiave della partita, come si è visto nella partita di Coppa Italia dello scorso gennaio, è tutta nella metà campo della Juve. Se i bianconeri hanno la possibilità di pensare e preparare il lancio, la Roma diventa subito vulnerabile. Fatali, di frequente, per i giallorossi sono stati i contropiede. È successo anche a Lecce, proprio per la mancanza di aggressività. Sintetizzando: pressing e velocità nel possesso palla. Comportandosi da squadra. Nel senso di collaborazione e sintonia. Tra singoli e tra reparti[…]