Ecco di seguito le pagelle di Juventus-Roma dei principali quotidiani sportivi e non. La disfatta di Torino, l’ennesima figuraccia di una grigia stagione, ha forse decisivamente sancito la rottura tra la squadra e il suo tecnico, sempre più solo e sempre più spaesato nel mondo e nella realtà del calcio italiano.
IL MESSAGGERO a cura di M.FERRETTI
STEKELENBURG 5
Vidal lo fulmina prima di sinistro poi di destro, quindi Bergonzi lo manda sotto la doccia per quell’uscita su Marchisio. Se la Roma lì dietro sbanda da paura, lui fa poco per salvare la baracca.
ROSI 4
De Ceglie, quando affonda, lo travolge e lui appare leggero una foglia nella tempesta. Quando prova ad attaccare fa quasi sempre la cosa sbagliata. Si muove ai ritmi di una partita tra scapoli e ammogliati.
KJAER 5
La copertura sia centrale che laterale dei compagni è praticamente nulla, così lui resta in balia degli inserimenti degli uomini di Conte.
DE ROSSI 5
Difensore centrale per la quarta volta (due vittorie e un pareggio alle spalle, prima di Torino), giostra al fianco di Kjaer ma non riesce a difendere contro gli scatenati attaccanti (e non solo) della Juve.
JOSÈ ANGEL 4
Copertura difensiva nulla, apporto in fase offensivo nullo.
GAGO 4
Dovrebbe dare ordine alla manovra della Roma e, soprattutto, coprire centralmente la difesa in tandem con Marquinho. Non riesce a fare niente di tutto questo.
MARQUINHO 4
Si ritrova mediano al fianco di Gago e fa una fatica enorme a capire i movimenti, per lui probabilmente sconosciuti, dell’improvvisato 4-2-3-1. Tanto è vero che Vidal, che si muove nel suo raggio, fa due gol in meno di otto minuti. Poi, con la Roma in inferiorità numerica, sparisce dalla circolazione.
BORINI ng
Fuori causa il venerdì, titolare la domenica sera resta in campo da attaccante di destra fino all’espulsione di Stekelenburg senza farsi notare. Poi viene sostituito per far posto a Curci.PERROTTA 4
Non giocava dal primo minuto dallo scorso dicembre, gara di Firenze: cerca di incollarsi a Pirlo, partendo dalla vecchia posizione di trequartista, ma il compito per lui è assolutamente impossibile. Con la Roma in 10, fa l’esterno a destra nel 4-4-1. Impercettibile.
PJANIC 4
Luis lo piazza nella posizione di attaccante di sinistra e, fatalmente, non trova mai la posizione e il passo giusto per far valere la sua tecnica. Dopo l’espulsione di Steke, fa più il centrocampista che l’attaccante. E lo fa male.
OSVALDO 4
Punta centrale, fa a sportellate con Barzagli e Bonucci ma sostanzialmente non la prende mai. Ma i palloni giocabili che gli arrivano sono realmente pochi. Una serataccia.
CURCI 6
Entra per sostituire Steke, para il rigore di Pirlo ma nulla può sulla ribattuta dello stesso juventino. Poi Marchisio non gli lascia scampo e, a seguire, nega con una prodezza un altro gol allo stesso juventino.
BOJAN ng
Per il nervosissimo e evanescente Osvaldo a giochi chiusi. Si fa ammonire ingenuamente: salterà la Fiorentina.
LAMELA ng
Per Pjanic a partita già decisa. Si rende protagonista di un brutto gesto nei confronti di Lichtsteiner.
LUIS ENRIQUE 4
Toppa clamorosamente la formazione, lasciando Totti in panchina, improvvisando uno sbrindellato 4-2-3-1 con almeno tre elementi fuori posizione e una fase difensiva inesistente. La tredicesima sconfitta in campionato è parecchio figlia sua.
IL TEMPO a cura di A.AUSTINI
Stekelenburg 5 In 25 minuti incassa due gol da Vidal e rimedia la seconda espulsione stagionale per un’uscita fallosa su Marchisio.
La pietra tombale sulla partita.
Rosi 4 Il disastro inizia da un suo errore: è lui a lasciare scoperta la zona da dove parte il cross di De Ceglie per l’1-0. Il resto è un’affanosa difesa contro maglie rosa che gli sbucano da tutte le parti. Kjaer 5 Senza macchiarsi di gravi colpe affonda insieme a una difesa accroccata e impresentabile davanti all’attacco degli ormai prossimi campioni d’Italia.
De Rossi 5 Non riesce a scacciare via il pri- mo pallone letale e Vidal fa 1-0. Prova, senza successo, a guidare i movimenti del reparto. Ma non è quello il suo mestiere. Ci mette un po’ di orgoglio, almeno.
Josè Angel 4 Devastato dalla forza d’urto bian- conera, difende in modo inguardabile sul raddoppio di Vidal.
Perrotta 4.5 Ritirato fuori dallo sgabuzzino, è pieno di polvere e senza più la corsa di un tempo. Dovrebbe marcare a uomo Pirlo ma il regista di Conte fa quello che vuole. E quando ha il pallone tra i piedi le cose non migliorarno.
Gago 4 L’immagine di una Roma molle e senz’anima, troppo lezioso, è una preda facile per gli indiavolati centrocampisti juventini.
Marquinho 5 Si ritrova al fianco di Gago, ci mette un po’ di corsa in più rispetto ai compagni ma dà l’impressione di essere spaesato.
Pjanic 4.5 Schierato nell’inedito ruolo di esterno «alto», si capisce subito che lì si sente fuori dai giochi. Lui non fa molto per cercare di entrare nel vivo della partita.
Osvaldo 4.5 Abbandonato al suo destino, non ha una sola palla per far male alla Juve. Nervoso, si fa notare solo per i battibecchi con Chiellini. Quando lascia il campo per Bojan non sembra molto convinto.
Borini 5 In dubbio fino all’ultimo, gioca mezzora scarsa da esterno, sciupa l’unica occasione costruita dalla Roma e finisce fuori dopo l’espulsione di Stekelenburg.
Curci 6 L’unico a salvare la faccia. All’esordio stagionale, entra e para il rigore a Pirlo ma il regista azzurro lo batte sulla respinta. Poi salva il salvabile.
Bojan 5 Dentro quando la partita è un allenamento, riesce comunque a farsi ammonire: salterà la Fiorentina.
Lamela 5 L’unico marchio sulla gara e lo sputo a Lichtsteiner.
Luis Enrique 4 Stavolta è tra i maggiori responsabili. Cambia modulo, lascia fuori Totti e mette fuori ruolo De Rossi e Pjanic. Così la Juve ha vita ancora più facile.
GAZZETTA DELLO SPORT a cura di S.VERNAZZA
CURCI 6 Entra e para il rigore. Per sua sfortuna la palla ricade sui piedi di Pirlo. Si fa notare per una parata su Marchisio. L’unico «salvabile» della sciagurata Roma di ieri sera.
STEKELENBURG 5.5 Il rigore la sua croce: esce a rotta di collo e alza una gamba, il che nel calcio di oggi equivale a lanciare bistecche a un dobermann. Marchisio si getta sull’osso e amen.
ROSI 4.5 Il primo gol di Vidal nasce dalla sua scelta di andare a pressare Vucinic (che ne aveva già due addosso): Rosi lascia la fascia sguarnita e De Ceglie vola al cross. Poi scompare.
KJAER 4.5 Gli indiani arrivano da lontano e tagliano fuori l’esile difesa a quattro romanista. Il biondone si lega mani e piedi a De Rossi, ma non ce n’è: fanno lo scalpo anche a lui.
DE ROSSI 5 Al centro della difesa. Col senno di poi, sarebbe stato meglio affiancarlo a Gago. Linea a 4 «scombiccherata», più volte trapanata. Non si può esporre De Rossi a figure così.
JOSE’ ANGEL 4.5 In balia di Lichtsteiner-Vidal, che dalla sua parte banchettano. Come tanti finisce nel tritacarne, perché Luis Enrique non fa nulla per porre fine allo scempio.
GAGO 5.5 Poveraccio, chissà quante volte si sarà chiesto «che ci faccio qui con Marquinho»? Si batte fino all’ultimo. È uno dei tanti caduti sul fronte del demenziale sistema «enriquiano».
MARQUINHO 4 Non si può chiedere a un brasiliano di fare schermo davanti alla difesa. È cosa contronatura. Vidal fa i comodi suoi e Marquinho abbocca a ogni esca.
BORINI 5.5 Mezz’ora scarsa sulle corsie esterne prima a destra, poi a sinistra. Una palla bassa sventata da Barzagli. Luis Enrique lo sacrifica per rimpiazzare l’espulso «Steke».
PERROTTA 4 L’ultima volta da titolare ai primi di dicembre, nel naufragio di Firenze. Luis Enrique lo ripropone negli 11 a Torino e il Titanic si ripete. Un’ombra nei paraggi di Pirlo.
PJANIC 5.5 Emarginato sulla fascia, ma Pjanic – lo sanno anche i bimbi – dà il meglio sulla trequarti. Depotenziato da una cervellotica decisione di Luis Enrique (una delle tante).
OSVALDO 5 Centravanti di una squadra che sta a guardare gli altri. A mani nude contro i carrarmati che sarebbero i centraloni della Juve. Mai pericoloso. Anzi, innocuo. Bojan 5
LAMELA 4.5 Prestazione insignificante, condita dallo sputo a Lichtsteiner, che potrebbe costar caro se oggetto di prova tv. Mancava giusto una cosa così per completare l’opera.
LUIS ENRIQUE 3 Se ti esponi al sole di luglio senza protezione, la sera finisci al pronto soccorso. Sistema impapocchiato. Fase difensiva ridicola, da dilettanti allo sbaraglio.
CORRIERE DELLO SPORT a cura di R.MAIDA
6 Curci – Il suo ritorno nella Roma dopo quattro stagioni si apre con un rigore parato. Peccato che Pirlo gli rovini il miracolo agganciando la respinta. Avrà un’altra occasione mercoledì contro la Fiorentina per dimostrare di essere un portiere affidabile.
5 Bojan – Concede riposo a Osvaldo sul 4-0, fa in tempo a beccare l’ammonizione che gli costerà la squalifica.
5 Kjaer – In una difesa indifesa, un lungo come lui va sempre in affanno. Ma è meglio di altri.
5 Borini – Titolare nonostante le condizioni fisiche imperfette, non entra in partita fino al cambio che tampona l’espulsione di Stekelenburg.
4,5 Rosi – Caracolla sulla fascia destra, senza bussola. Sul primo gol De Ceglie lo travolge.
4,5 De Rossi – Sovrastato in difesa, resta sempre a metà del fiume in piena: non marca, non imposta. E’ ora di riportarlo a centrocampo.
4,5 Gago – Mai aggressivo, mai propositivo. Un regista che non batte il ciak è un uomo concesso all’avversario.
4,5 Pjanic – Da esterno, intimidito, gioca con la luce spenta. Ma più in generale, da due mesi ha perso brillantezza ed efficacia.
4,5 Osvaldo – Solo davanti, viene stritolato dalla tenaglia sempre vigile dei tre difensori juventini. A Torino aveva segnato due gol alla Juventus, stavolta non si ripete. E non va nemmeno vicino alla meta.
4 Josè Angel – Guarda due volte Vidal segnare, è costantemente fuori posizione.
4 Lamela – Svogliato nell’inutile mezz’ora finale, si nota solo per lo sputo a Lichtsteiner.
4 Perrotta – Non giocava titolare dal 4 dicembre, viene tirato fuori dall’armadio per la passerella della Juventus. L’idea doveva essere la marcatura su Pirlo.
4 Marquinho – Inadeguato al ruolo di mediano basso. Vidal gli scappa via davanti al naso, neanche fosse Diabolik. Ma è colpa sua o di chi l’ha piazzato in quel posto?
4 Stekelenburg – Impallinato dalla Juve, si distrae sul secondo gol e poi firma la resa toccando Marchisio in area. E’ la seconda espulsione del suo campionato, è il sintomo che il feeling con il calcio di Luis Enrique non è mai sbocciato.