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AS ROMA Luis Enrique: “E’ tutta colpa mia”

Luis Enrique

Prima di partire, il silenzio.Cinquanta lunghi secondi di sospiri, con lo sguardo che vaga e il viso che dipinge smorfie che tradiscono un nervosismo crescente. Poi le risposte, taglienti, provocatorie. La conferenza stampa di Luis Enrique, nonostante le parole di fiducia e stima spese dal dgBaldini, offre l’immagine di un allenatore per nulla sereno, schiacciato dalla pressione di una piazza sempre meno disposta ad accettare pesanti sconfitte nel nome di un nuovo e futuribile progetto tecnico. «L’importante non è vincere – ribatte l’asturiano a chi gli fa notare i 15 ko stagionali di Totti e compagni -, ma essere orgoglioso del lavoro che stai facendo e rendere orgogliosi i tifosi. E continuo a pensare che tutto quello che la squadra fa male è solo colpa mia, mentre quello che fa bene è merito dei calciatori». Insomma, dopo la bambola di Torino contro la Juventus, Luis Enrique difende i suoi ragazzi e replica con sarcasmo a chi gli chiede di fare autocritica«Ho sbagliato in tutto, globalmente, al 100%. Certo, è una frase fatta, ma non ho mai nascosto le mie responsabilità per quello che succede. E questi 50 punti finora sono tutti colpa mia». Una colpà che permette però ai giallorossi di continuare a sperare nel terzo posto. «La squadra è ancora in lotta per la Champions, ed è molto vicina all’Europa League – sottolinea lo spagnolo -. Questa è la verità, poi ognuno ha il suo pensiero: ho sempre detto che gli allenatori si giudicano per i risultati e questi sono quelli della Roma di Luis Enrique. Poi mancano 5 giornate, le più importanti delle stagione, e vedremo che succede alla fine. Cosa mi capita se sbaglio? Ve lo dirò tra cinque settimane…». Una frase buttata lì, dopo aver sgombrato il campo da un possibile futuro alla Ferguson sulla panchina romanista: «Avevo aperto alla possibilità di restare qui per altri cinque anni? Ho scherzato tantissimo quando l’ho detto, ma ora non credo sia il caso di scherzare – spiega – Nel calcio non si sa mai, ma state tranquilli, non sarà così. Di certo, comunque, non andrò via perchè mi criticano i giornalisti. Quello che mi preoccupa è il presente, sapere dove giocherà la Roma il prossimo anno». Piuttosto che rimpiangere il passato o farsi distrarre dal futuro, meglio quindi concentrarsi sull’attualità. «Per me è importante la partita con la Fiorentina, io cerco di guardare avanti – dice Luis Enrique -. Se vinciamo, andiamo a 53 punti, ancora vicini a tutto quello per cui si lotta. Ma so bene che sarà una giornata difficile perchè i tifosi sono arrabbiati e mostreranno il loro disappunto». Non c’è solo il rischio contestazione ad agitare la vigilia della gara coi viola: la rifinitura ha fatto registrare l’assenza di Totti, fermato da un principio di influenza e da dolori articolari che potrebbero escluderlo dai convocati (ma lo staff medico è ottimista). L’eventuale assenza del capitano, comunque, non dovrà essere un alibi. «Francesco, per quello che rappresenta, è senza nessun dubbio il calciatore più importante della squadra – conclude Luis Enrique -, ma purtroppo ha 35 anni e non giocherà fino a 50. Magari fosse così… La squadra però deve abituarsi a giocare anche senza di lui, non deve pensare che senza Francesco è tutto finito, perchè il futuro della Roma è senza Francesco in campo».

Fonte: Ansa
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