(R. LORIA/INFOPRESS) – Il gol di Simplicio ha evitato la sconfitta, ma non ha evitato i fischi. Non è bastato il pareggio contro il Napoli a rimarginare la ferita tra la Roma e la sua gente. E non sono solo i fischi con i quali si è aperta e conclusa la serata dell’Olimpico a lanciare un messaggio chiaro e inequivocabile.
MINIMO – Quando giochi una gara come Roma-Napoli, scontro diretto per un posto in Europa, e magari nell’Europa che conta, di fronte a un totale di 29.643 paganti, secondo peggior risultato stagionale dopo Roma-Parma, la sensazione del distacco è chiara. Chiamatela disillusione, chiamatela indifferenza. La stessa indifferenza che ha accolto il pullman con a bordo i giocatori della Roma che è filato via veloce su Viale dei Gladiatori un quarto d’ora dopo le 19 e si è infilato nella pancia dell’Olimpico. Nessun fischio, nessun coro contro, ma neanche applausi dai tifosi assiepati intorno al cordone predisposto dalle forze dell’ordine. (…)
CONTESTAZIONE – I fischi attesi per la Roma sono arrivati e non è bastata la musica che accompagna l’ingresso in campo dei giocatori per il riscaldamento a nasconderli. Su tutti “Solo la maglia, tifiamo solo la maglia” . Un ritornello ripetuto quasi allo sfinimento e ribadito da uno striscione esposto in Curva Sud: “Anche se ormai è segnata la vostra sorte per la nostra maglia canteremo fino alla morte” . Messaggio inequivocabile ai giocatori di Luis Enrique che si è ripetuto puntuale alla lettura delle formazioni da parte dello speaker dell’Olimpico. Mentre Daniele De Rossi, squalificato, si accomodava in tribuna, i tifosi regalavano fischi a tutti, facendo un’unica attesa eccezione per Francesco Totti. Solo una pausa prima di riprendere a fischiare ancora più forte alla presentazione di Luis Enrique. E uno striscione in Curva Nord chiosava: “Luis vattene” . (…)