(G. Piacentini) Roma-Catania di domani sera non sarà una gara come tutte le altre, soprattutto per i due tecnici. Non lo sarà per Luis Enrique, perché potrebbe essere l’ultima all’Olimpico da allenatore della Roma: lo spagnolo scioglierà le sue riserve dopo la fine del campionato ma le ultime uscite pubbliche, sue e dei dirigenti romanisti, lasciano pensare che la sua avventura sia giunta al capolinea. Non sarà una gara come tutte le altre nemmeno per Vincenzo Montella, che l’Olimpico lo ha fatto impazzire di gioia «solo» da giocatore, perché da allenatore non ne ha avuto il tempo.
Nel poco avuto a disposizione lo scorso anno, l’«Aeroplanino» – protagonista dello scudetto del 2001 – era riuscito a risollevare un ambiente e una squadra col morale sotto i tacchi dopo la gestione Ranieri, e pur fallendo la qualificazione alla Champions (centrando comunque l’Europa League) aveva fatto intravedere le potenzialità, sbocciate poi a Catania, per diventare un grande allenatore. Tutto ciò non gli è però bastato per meritarsi la conferma («Se avessi gli stessi punti di Luis Enrique mi avrebbero già cacciato» disse scherzando, ma non troppo, dopo qualche giornata di campionato).
Dopo il passaggio di proprietà del club giallorosso serviva qualcuno che rappresentasse la discontinuità – è stata questa la spiegazione della nuova dirigenza di Trigoria – rispetto al passato e si è preferito puntare su un tecnico proveniente da un’altra realtà, totalmente slegato dal calcio italiano e (soprattutto) dallo spogliatoio della Roma. Se è stata una scelta giusta lo dirà la storia, quella stessa storia che domani sera all’Olimpico porterà i tifosi giallorossi ad applaudire l’«Aeroplanino » e (probabilmente) a fischiare lo spagnolo. Chissà che, con l’occasione, Baldini e Sabatini non ne approfittino per sondare il terreno, per un ritorno che sarebbe davvero clamoroso.