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CALCIO SCOMMESSE Derby, i Semeraro entrano nell’inchiesta controlli bancari su soldi per la combine

Masiello

Il nome del figlio del patron del Lecce, Pierandrea, era stato fatto da Masiello e dai suoi presunti complici. Le indagini vogliono chiarire se il risultato dell’incontro-salvezza per i salentini nel derby contro il Bari fu aggiustato su richiesta della società

Il figlio del patron del Lecce ed ex presidente di giallorossi entra ufficialmente nell’inchiesta calcioscommesse della procura di Bari, che indaga anche sulla presunta comine del derby pugliese del 15 maggio dell’anno scorso. Pierandrea Semeraro potrebbe aver avuto un ruolo nel ‘complotto’ che fece guadagnare ai salentini la permanenza in A: sul suo conto sono in corso accertamenti anche bancari da parte dei carabinieri.
Il nome del figlio di Giovanni Semeraro era stato fatto da Andrea Masiello, Gianni Carella e Fabio Giacobbe arrestati il mese scorso per il giro di soldi che si è mosso intorno alla partita. Furono loro a indicare l’imprenditore Carlo Quarta e l’avvocato leccese, Andrea Starace – coloro che secondo le accuse consegnarono materialmente i soldi per la combine – come vicini a Semeraro junior. Il nodo dell’indagine è ora capire se quel Bari-Lecce sia stata truccata dietro input della società giallorossa. Una possibilità che la famiglia Semeraro ha ripetutamente smentito, lasciando intravedere in maniera velata la possibilità che Quarta abbia agito per conto proprio e non in virtù dell’antico legame di amicizia con Pierandrea Semeraro. Per la partita, finita 2 a 0 per i leccesi, secondo l’accusa furono versati in più tranche 230.000 euro complessivi ad Andrea Masiello e ai suoi presunti complici, Gianni Carella e Fabio Giacobbe, tutti e tre agli arresti domiciliari. I primi 50.000 euro furono consegnati – secondo l’accusa – a Masiello e Carella il 22 aqosto scorso durante l’incontro avvenuto nell’hotel Tiziano di Lecce a cui parteciparono due intimi amici di Pierandrea Semeraro, Quarta e Starace. Entrambi sono stati riconosciuti in foto da Masiello e Carella durante gli interrogatori seguiti al loro arresto (per associazione per delinquere e frode sportiva) che risale al 2 aprile scorso.Gli altri pagamenti – a quanto è dato sapere – furono fatti in tranche da 20.000 euro ciascuno da Quarta a Carella duranteincontri avvenuti in una stazione di servizio sulla tangenziale di Bari; e da Quarta a Masiello in una località del nord Italia dove l’ex calciatore biancorosso (ora all’Atalanta) viveva all’epoca dei fatti. Sembra ormai certo che la combine di Bari-Lecce fu organizzata dai tre baresi il giorno prima della partita e che fu Quarta a consegnare a Carella (nella sua abitazione di Lecce) un assegno da 300.000 euro da lui stesso compilato e affidato al barese come pegno per assicurare ai salentini la vittoria della partita-salvezza.

Fonte: Repubblica.it

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