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IL ROMANISTA E Luis Enrique si commuove

Luis Enrique

(C.Zucchelli) – Un compleanno festeggiato con la famiglia di sera e a malapena accennato a Trigoria di giorno.

Non è stato un giorno facile per Luis Enrique: il tecnico compiva 42 anni e, almeno fino a un paio di mesi fa, immaginava questa ricorrenza in maniera diversa. La piega (…) che ha preso la stagione della Roma lo ha costretto a vivere 24 ore sottotono. Perché quello di ieri rischia di essere il primo e ultimo compleanno di Luis Enrique a Trigoria. Luis è arrivato al centro sportivo in mattinata, ha salutato tutti come sempre, ha preparato col suo staff l’allenamento. Nessun incontro né conBaldini né con Sabatini. Ha incontrato invece qualche tifoso: lo hanno riconosciuto mentre varcava il cancello in macchina, lui ha parcheggiato poi si è fermato per foto e autografi. Ricevendo auguri e complimenti. Ha ringraziato. Poi è entrato dentro. Ha incontrato la squadra, i giocatori gli hanno detto “buon compleanno”, lo staff pure, lui ha, ancora una volta, ringraziato. Quasi commosso. Comunque emozionato. Perché dal punto di vista umano Luis Enrique si è legato, e tanto, a tutte le persone che hanno condiviso con lui questo anno. “Noi, tutti insieme, siamo la Roma”, aveva detto una sera a Riscone. Ed era convinto. Lo è tuttora, almeno sotto questo punto di vista.

Ai giocatori, sotto il profilo dell’impegno e della dedizione, non ha niente da rimproverare. Non si aspettava gli attestati di stima ricevuti in queste ultime settimane e ne è rimasto sorpreso e felice. Dai senatori ai più giovani, tutti hanno auspicato una sua permanenza. Luis Enrique era ed è convinto di avere avuto tra le mani un gruppo di altissimo profilo umano. Quella che manca, invece, è la convinzione di essere l’uomo giusto per poter guidare la Roma. Questa Roma qui, ricostruita dodici mesi fa ma ancora troppo distante da quelle che erano (…) le sue aspettative. A dispetto delle dichiarazioni ufficiali Franco Baldini parla con lui tutti i giorni e sa qual è il suo pensiero. All’esterno non filtra nulla, sabato Luis non dovrebbe dire niente nella conferenza pre partita, forse svelerà la sua decisione al Manuzzi di Cesena. Di certo, filtra da Trigoria, lunedì ci sarà un comunicato ufficiale. Perché la Roma ha bisogno di programmare al più presto la prossima stagione. Con o senza Luis Enrique, deluso dall’essere stato fino a dieci giorni fa in corsa per la Champions League e adesso (…) fuori dall’Europa.

Al momento (…) lo spagnolo è sulla via del ritorno a casa. La famiglia ha avuto un peso importante in questa scelta: la moglie non si è ambientata e, pare, non abbia gradito l’eccessivo stress a cui è stato sottoposto il marito in questi mesi. A Luis Enrique pesa dire basta. La vive come una sconfitta, sicuro com’era di poter scrivere pagine importanti della storia della Roma. Per questo ha voluto riflettere fino all’ultimo. Per questo a Trigoria c’è ancora chi si augura che ci sia un margine, seppur minimo, per un ripensamento. Franco Baldini, l’uomo che più di tutti lo ha voluto e sostenuto, ci spera. O almeno così ha detto ieri in Campidoglio. Ma se davvero Luis Enrique abbandonerà nessun dramma. La Roma ripartirà. Per qualche giorno ancora tutto è congelato: il mercato (van der Wiel e non solo) e i programmi dell’estate, tournée americana a parte. Senza sapere chi sarà l’allenatore a Trigoria non vogliono prendere decisioni.

Già, la domanda è questa: chi sarà l’allenatore? E quando verrà annunciato? Tutto è avvolto nel più stretto riserbo. Poche le certezze. Eccole: il nuovo tecnico verrà reso noto nel giro di pochi giorni. E sarà un nome importante, un uomo di personalità, esperto (…) e pronto a reggere la pressione di una piazza così importante e così provata dopo un anno di passione. Montella piace e pare in pole position, Prandelli è destinato a restare ct nonostante venga considerato l’allenatore più idoneo, Allegri non dovrebbe muoversi da Milano come ha detto Berlusconi un paio di giorni fa, Guidolin e Mazzarri non interessano, per motivi umani e tecnici. Questo per quanto riguarda i nomi italiani. Ci sono poi gli stranieri. Villas Boas, che era una prima scelta mentre adesso sembra un’incognita e anche bella grossa, è Bielsa. Ha preso il Bilbao e lo ha portato ai vertici del calcio europeo, Sabatini stravede per lui, la gente se ne innamorerebbe dopo pochi mesi. Sembra però difficile che, indipendentemente dalla finale di Europa League, l’allenatore cercato in estate dall’Inter di Moratti, possa abbandonare una terra e un progetto che lo hanno conquistato dopo appena dodici mesi.

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