(D. Galli) – L’ultima lettera ai romani(sti), stavolta, costerà una censura al Cavalier Pippo Marra. Accadrà lunedì prossimo, quando il Cda di cui è membro stanzierà il previsto aumento di capitale da 50 milioni.
In un momento così delicato per club, di equilibri fragili e scelte difficili, e pur sapendo che in qualità di consigliere poteva far pervenire le proprie osservazioni in maniera decisamente più riservata, Marra getta ombre di cui a Trigoria non hanno certo bisogno. «Il progetto per il futuro? Lo ignoro», dichiara. (…) Lo fa a se stesso, perché le frasi sono riportate dalla sua agenzia di stampa, l’Adnkronos. Nel pomeriggio a rispondergli è proprioUnicredit, la banca cui Marra deve – unico soggetto della passata gestione – la sua conferma in seno al Cda. «Progetto e strategie, peraltro chiari e condivisi con l’azionista di maggioranza, sono confermati». Non è la prima volta che Marra si rivolge ai romani(sti). La “lettera” più famosa risale al 2008. Soros vuole la Roma, è pronto a spendere 283 milioni solo per l’acquisto del club, sull’operazione lavorano la Inner Circle Sports e lo studioTonucci, che tre anni più tardi farà da intermediario per il passaggio di consegne all’attuale cordata americana. Mentre la partita è ancora aperta, Marra mette in guardia i tifosi da quella che definisce«l’occhiuta rapina».
Scrive ora il consigliere: “Arrivati al termine di un campionato ricco di promesse, ma non di risultati esaltanti, e lo testimoniano i fermenti dei tifosi e le critiche dei mass-media locali e nazionali, amici e sostenitori della Roma mi hanno chiesto, nel mio ruolo di consigliere, cosa la società intenda fare per riportare la squadra ai livelli alti che le assegnano la storia più recente e il dato di essere la squadra della Capitale d’Italia, sia pure a livello calcistico (…). Con la franchezza che mi è abituale confesso che alla domanda che mi è stata rivolta da più parti non sono stato in grado di dare una risposta esauriente. Infatti, se comprendo la delusione di amici e sostenitori della Roma, ancora ignoro quale sia il progetto per il futuro. A mio avviso, e si tratta di un punto di vista squisitamente personale…”. Alt. Personale? Può essere personale il pensiero di un consigliere di amministrazione che parla in pubblico a 7 giorni da un Cda dove in ballo ci sono un centinaio di miliardi di vecchie lire di ricapitalizzazione? Comunque, la “riflessione” prosegue così: “Penso che da un certo letargo si debba anzitutto risvegliare lo spirito di una squadra e di una comunità. E per spirito intendo la volontà di tornare a essere una speranza plausibile e non un’illusione spesso affidata a una comunicazione criptica, nel senso che non si comprende chi intende scendere e chi restare a bordo, e in che misura si voglia investire in nuove risorse umane, tecniche e finanziarie per puntare a traguardi entusiasmanti. Da parte mia sono certo che la dirigenza attuale, giustamente accolta da tutti con entusiasmo, darà presto, almeno a noi membri del Cda le risposte che il popolo giallorosso si attende”.
A Trigoria giudicano gravissime le parole di Marra. In società si domandano dove stesse Marra quando nei passati Cda venivano prese decisioni strategiche. Nel pomeriggio interviene comunqueUnicredit. “Il progetto e le strategie per il futuro dell’As Roma, peraltro chiari e condivisi con l’azionista di maggioranza (gli americani, ndr), sono confermati”, si legge in un’Ansa dove si citano fonti vicine ad Unicredit. “Inoltre (…) viene precisato che non mancherà occasione di condividere progetto e strategie con tutti i consiglieri a partire già dalla prossima riunione del consiglio d’amministrazione”. Marra avrebbe potuto esprimere i suoi dubbi lì. Così si è invece esposto a una censura del Cda. Evidentemente, sarà stato consigliato male.