I capi della tifoseria barese Alberto Savarese, Roberto Sblendorio e Raffaele Loiacono sono stati arrestati. L’accusa, quella di violenza privata aggravata. Ebbene si, i comandi ultrà di Bari avrebbero preteso che i propri miti biancorossi perdessero due partite per vincere soldi con le scommesse, erano sul piede d’attenti, pronti per scatenare l’inferno contro gli ultrà del Foggia, covavano propositi ritorsivi nei confronti di due giornalisti che li avevano criticati e tramavano un’azione per punire l’ex portiere del Bari Gillet (ora al Bologna), lo stesso che ha mosso delle accuse contro di loro. Le partite in questione sono Cesena-Bari del 17 aprile 2011 e Bari-Sampdoria del 24 aprile 2011, partite che i capi della tifoseria barese volevano perdere a tutti i costi, effettivamente conclusesi entrambe con la sconfitta dei pugliesi condannati alla retrocessione in B. Un giorno prima della gara contro il Cesena, i tre ultrà avrebbero minacciato Andrea Masiello, Jean Francois Gillet, Massimo Donati, Nicola Belmonte e Alessandro Parisi di perdere due partite. Durante l’incontro, Parisi si beccò uno schiaffio da Splendorio che gli disse: “Siete ultimi, avete fatto questo campionato di… non vi è mai successo niente, nessuno ha preso mazzate e cose varie, domani (in occasione di Cesena-Bari) dovete perdere. Io sono in debito con gente pericolosa e rischio di morire e ho bisogno di soldi (…). Voi ora ci dovete fare un favore a noi (…) se volete fare una vita tranquilla fino a fine anno”. Dagli atti dell’inchiesta risulta che Masiello parlò delle minacce ricevute all’allora allenatore Bortolo Mutti. Lui gli rispose (secondo quanto dichiarato da Masiello) che “Non gliene fregava niente e che sarebbero andati a Cesena per vincere la partita”. Avvenimento analogo accadde a Gillet, che, si confidò con il direttore sportivo Guido Angelozzi che replicò: “Tappatevi le orecchie e giocatevi la partita”. Secondo quanto emerge dalle interrogazioni del pm a Ciro Angelillis, Gillet, Rossi e Parisi, i giocatori avrebbero sempre respinto le minacce, giocandosi sempre fino in fondo quelle partite. Ma il pm Giovanni Abbattista, capitano dell’arresto dei tre ultrà, non è convinto: “Nonostante i buoni propositi non sembra che, in campo, i calciatori del Bari manifestino la propria volontà dichiarata al pm di giocarsi la partita. Le dichiarazioni dei tre atleti sembrano essere mosse dalla prevalente finalità di non aggravare la propria posizione individuale al cospetto degli organi disciplinari”. Il giudice parla inoltre di “un forte senso di frustrazione ed impotenza dei calciatori per non avere avuto un adeguato interlocutore ed idonea ‘protezionè nemmeno nella società”. Secondo gli atti d’indagine, la cosa più spaventosa è come i tre capi della tifoseria barese riuscirono a “terrorizzare una squadra di calcio di serie A”. Un altro episodio è quello del 22 aprile scorso, giorno in cui al san Nicola di Bari si giocava Foggia-Lumezzane. Sblendorio e Loiacono secondo le intercettazioni telefoniche vogliono “caricare” e “picchiare” in territorio barese gli acerrimi nemici tifosi foggiani, cosa che, per loro rammarico non potè avvenire: il match fu spostato in tutta fretta a Lecce, proprio per motivi di ordine pubblico. Coinvolti anche nelle ritorsioni ultrà anche i giornalisti Enzo Magistà, direttore del Tg di Telenorba, e il cronista di Repubblica-Bari Giuliano Foschini, che nei loro articoli avevano “censurato” l’operaio dei capi della tifoseria barese. Eloquente l’intercettazione del 3 aprile scorso tra Sblendorio e Loiacono. Sblendorio dice: “Magistà si è tolto la titina, ci sta buttando la merda in faccia, quegli ultrà che si accordavano le partite… oh, Lello in altri tempi avremmo spaccato tutte cose, bombe a Repubblica, mazzate a Magistà avessimo dato… in altri tempi avremmo fatto il bordello…”. Nella stessa telefonata, Sblendorio parla del giornalista di Repubblica: “Foschini chi è? Conosci Foschini? bh,bh,bh,bh,bh …lo mandiamo all’ospedale.. che dobbiamo fare Lello, che ne dobbiamo fare… ma almeno tu sai che vai in galera e alla persona l’hai uccisa… ‘perchè sei andato in galera?’ Ho menato ai giornalisti, ho menato a tutti quanti…”.
Fonte: ansa