(G. PIACENTINI) – Due gol per entrare ancora di più nella storia e scalzare la coppia Meazza-Altafini dal gradino più basso del podio dei marcatori di tutti i tempi della Serie A alle spalle di Piola e Nordhal. Uno per raggiungerli a quota 216 e rimandare il sorpasso alla prossima stagione quando Francesco Totti, ultimo baluardo di una generazione di campioni che in questi giorni hanno annunciato l’addio al calcio, sarà ancora una volta in prima linea, fascia di capitano al braccio, con la maglia della Roma.
Difficile trovare dei significati tecnici più alti per la gara di oggi pomeriggio col Cesena, buona solo per gli almanacchi. Totti però vuole chiudere una stagione non brillante dal punto di vista delle realizzazioni centrando l’ennesimo obiettivo personale, che gli consentirebbe di finire in doppia cifra (è fermo a quota 8) per il decimo campionato consecutivo, il tredicesimo della sua carriera. E per «salutare » come si deve Luis Enrique. Ieri Francesco è stato l’unico calciatore presente alla conferenza stampa di addio del tecnico: era schierato al fianco del d.g. Franco Baldini (i due nella foto sopra), il dirigente più importante di Trigoria. Un modo per ribadire a Lucho – dopo averlo dichiarato pubblicamente – che lui è stato l’unico a pagare il fallimento di questa stagione ma che anche la squadra ha la sua porzione di colpa. Lo spagnolo ha apprezzato. «Il rapporto con Totti – le parole di Luis – è stato speciale fin dall’inizio. Ho parlato così tanto di lui cheme ne sto innamorando e anche miamoglie si sta preoccupando… È stato un piacere lavorare con lui».
Ieri pomeriggio alla partenza da Fiumicino i giallorossi hanno incrociato l’Inter, che stasera affronterà la Lazio. Totti (e Vito Scala) hanno salutato con grande affetto Andrea Stramaccioni, l’allenatore nerazzurro cresciuto nel vivaio romanista a cui hanno chiesto se anche il prossimo anno sarà lui a guidare l’Inter. Un’anticipazione tra vecchi amici, in attesa dell’annuncio del patron interista Massimo Moratti che potrebbe arrivare già stasera