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AS ROMA Prestipino (Ass. Sport): “Sono orfana di Luis Enrique, Montella mi ricorda Zeman”

L'Assessore alla Provincia Patrizia Prestipino

L’ Assessore allo Sport della Provincia di Roma Patrizia Prestipino ha parlato dell’addio inaspettato di Luis Enrique e della stagione della Roma:

 Luis Enrique ha fatto bene ad andare via?
“Io sono una di quelle orfane di Luis Enrique, l’ho sempre sostenuto, anche nei momenti di difficoltà. Dopo un primo momento in cui si era ripreso, da Roma-Juve in poi, c’è stata indubbiamente una flessione. Secondo me Lucho non reggeva più la pressione e l’ho visto molto provato. È un peccato perché è un’occasione persa: come tutte le rivoluzioni, complesse e radicali, aveva bisogno di tempo”.
Un voto secco alla stagione di Luis?
“Nonostante le tensioni, i derby persi e tutti i batticuori, gli darei la sufficienza. Gli è stato dato poco tempo ed ha trovato dei giocatori che hanno un po’ deluso. Il fatto che i grandi della Roma, da Totti a De Rossi, lo abbiano difeso fino in fondo, dimostra che forse non è vero che lo spogliatoio non lo seguiva. E se lui ha lasciato è stato solo perché non riusciva a reggere la pressione anche di una tifoseria che stava diventando sempre più insofferente”.
Pensa che Montella sia l’allenatore giusto per la Roma?
“Montella è un personaggio meraviglioso. È un ragazzo di grande umiltà e di grande serietà. Mi ricorda un po’ Zeman, anche come modo di fare”.
 
Ma sarebbe contenta del ritorno di Montella?
“Montella è un bel nome di garanzia. È un ragazzo che crescerà tantissimo e che ha grandi potenzialità, ma io avrei continuato a provare con la vecchia gestione. Certamente meglio che sia Montella piuttosto che Villas Boas, rispetto al quale sarebbe stato preferibile confermare Luis Enrique”.
Una delle cause che hanno indotto Luis Enrique a lasciare la guida tecnica della Roma era la pressione della tifoseria. Troppa esasperazione e troppo estremismo, anche politico nelle tifoserie?
“Qui è un continuo. Si dà sempre un pessimo esempio non solo dal calcio ma anche dalla tifoseria calcistica ed è chiaro che queste derive vanno frenate e che le istituzioni devono fare qualcosa di eclatante. Noi nel nostro piccolo abbiamo dato un attestato a due calciatori di colore, Juan e Diakitè, al cui posto venne Konko a ritirare il premio, in quanto anche lui in passato fu vittima di cori razzisti”.
 La tessera del tifoso funziona o no?
 
“Sono sempre stata critica verso la tessera del tifoso, lo dico non solo da amministratore ma anche da sportiva. Rispetto la scelta che fu presa per motivi di ordine pubblico dall’allora ministro dell’interno Maroni, ma la tessera del tifoso ha limitato molto la passione e la frequentazione degli stadi che si stanno veramente svuotando. Il rivedere la tessera del tifoso da parte di Roma e Lazio è una cosa molto positiva”.
 
Se fosse il massimo esponente del calcio italiano, che fra poco andrà a giocarsi gli europei in Polonia ed Ucraina, cosa farebbe rispetto al massacro dei cani?
“Ho fatto un appello a Lotito e Sabatini, presenti al cerimonia del Premio Etico per lo Sport, dicendo che la Roma e la Lazio diano il buon esempio e comincino a parlare contro quell’orribile strage. Il problema non è solo la strage incivile ed indegna dei cani, ma c’è anche la questione umanitaria legata al caso Tymoshenko e mi chiedo quindi come si fa a dare spazio ed ascolto ad uno Stato che non ha mostrato di essere civile. Io, sinceramente boicotterei e non guarderò neanche gli europei di calcio, non mi piace guardarli anche in vista dell’ondata di sangue che è stata prodotta”.
 
Roma e Lazio a riguardo non hanno dato nessun segno?
“Lotito e Sabatini mi hanno guardata un po’ basiti, un po’ perché, per quanto riguarda Sabatini, la gestione della Roma ha un anno di vita. Io mi sono appellata al buon cuore della Roma perché, sotto la gestione Sensi erano previsti progetti di recupero dei cani randagi e salvamento acquatico”.
 
Poco più di un anno fa falliva l’Atletico Roma, la terza squadra di calcio della città. Quest’anno Toti lascerà il basket, e anche la pallavolo rischia di scomparire. C’è il rischio che il prossimo anno lo sport romano sia rappresentato ad alti livelli solo da Roma e Lazio?
“Roma, Lazio. E l’hockey romano che vince sempre pur con tutte le difficoltà che sta attraversando. Non scordiamoci che le squadre di hockey della Roma e della Lazio giocano al “Tre Fontane” e sono sempre più ghettizzate e ridotte ai minimi termini da quella sorta di mala gestione che oggi amministra l’impianto. Nonostante questo l’hockey continua a dare a questa città grandi soddisfazioni, il problema è che sono rimasti solo loro. Ad esempio io sono una grande tifosa di basket e ritengo che la Virtus Roma, la prima squadra della Capitale, non possa giocare al PalaTiziano invece che al PalaLottomatica. È chiaro, il fallimento dell’Atletico Roma, l’abbandono di Toti, i problemi economici e finanziari del presidente Mezzaroma sono indice di una città che non è Capitale d’Italia nello sport”
Fonte: Meridiano12
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