(F. Bianchi) – Un piccolo record: per il secondo anno consecutivo il campionato di serie A si è chiuso senza polemiche arbitrali. Merito forse di un ambiente un po’ più maturo (tranne rare eccezioni, vedi Zamparini) e del buon lavoro che ha fatto il designatore Stefano Braschi, alla sua seconda stagione e avviato alla terza. Venti arbitri in A sono pochi, la divisione con la B ha creato problemi di organico: il capo degli arbitri, Marcello Nicchi, in odore di riconferma pure lui (votazioni a fine anno), sta studiando qualcosa, un correttivo. La soluzione sarebbe nel caso l’International Board (leggi: Blatter…) il 2 luglio dovesse dare davvero il via il libera agli arbitri di area, progetto voluto da Michel Platini, e che funziona come deterrente e non solo. Ottimo il lavoro fatto da Pierluigi Collina, designatore europeo: ha sicuramente meno visibilità del passato, ma Platini lo stima molto e poi i soldi che ha perso lasciando l’Italia a sorpresa (senza mai raccontarci la verità…) li ha ampiamente recuperati in Ucraina, come capo degli arbitri (così come Rosetti a Mosca).
L’Italia è pronta ad ospitare il progetto dei sei arbitri. Sì, sei. Che squadrone. L’arbitro n.1, i due assistenti, il quarto uomo e, la novità appunto, i due arbitri di area che non possono essere pensionati perché una loro decisione (gol fantasma, rigore, espulsione, ecc.) può essere decisiva. L’Italia, calcisticamente parlando, è una Nazione ricca e quindi può permettersi i sei arbitri a partita. Costano molto e ci vuole una grande organizzazione: ma se ci fossero già stati, beh, non ci sarebbe stato il clamoroso errore del gol-fantasma (macché fantasma…) di Muntari, che secondo i milanisti forse avrà cambiato la sorte dello scudetto. Chissà, onestamente è difficile da dimostrare: la Juve ha vinto più che meritatamente, lo hanno ammesso pure i rivali. Ma la topica di Romagnoli, che pure è uno degli assistenti più bravi, resta, ed è stata clamorosa. Ora sia Romagnoli, che dopo quell’errore si era ripreso bene, sia Copelli (45 anni) lasciano per motivi di età: un problema per Braschi, ma Nicchi è sempre poco favorevole alle deroghe. E’ stata una stagione dove, a sorpresa, i più grossi errori li hanno commessi proprio i più bravi. Rizzoli, Tagliavento e Rocchi: dopo un doveroso periodo di riposo forzato, sono stati rilanciati in pista. Braschi ha utilizzato molto il turn over, per un lungo periodo ha anche lanciato un arbitraggio molto europeo (salvo stringere poi le redini nei periodo più caldi) sul progetto già avviato da Collina, è stato anche bravo e furbo nel non cascare nella trappola delle provocazioni. La “squadra” ha tenuto, e questo è un buon segnale. Latitano un po’ i ricambi all’altezza, e questo è un brutto segnale. Qualcosa va rivisto per il futuro. Una cosa inoltre di cui gli arbitri possono andare fieri: nelle migliaia di pagine di intercettazioni del calcioscommesse non compaiono mai (tranne un accenno a Bacalini, subito dismesso). “Segno che qualcosa è cambiato: sanno che con noi è inutile provare, sanno che l’ambiente è sanno. Possiamo davvero essere orgogliosi”, dicono i dirigenti arbitrali. Sì giravano tanti soldi ma gli arbitri sono stati arrestati solo nei Paesi dell’Est e in Germania. In Italia sbagliano, come no, ma almeno sono puliti. Di questi tempi non è cosa da poco.
Fonte: repubblica.it