(G. Dell’Artri) – I romanisti sono in attesa. Scalpitano, si logorano, rimuginano e non vedono l’ora di sapere chi sarà l’allenatore del prossimo anno e quali saranno i colpi per rinforzare una squadra che ha bisogno di cancellare una stagione deludente. Un’ansia comprensibile anche se forse un po’ eccessiva visto che le altre squadre di vertice del nostro campionato non è che abbiano fatto granché. E, anzi, molte di queste sono circondate da molti dubbi.
Un’incertezza che è racchiusa perfettamente nelle parole pronunciate ieri da Zlatan Ibrahimovic nel ritiro della nazionale svedese. “Al Milan il problema è la situazione economica del club. Non ci sono risorse per comprare cinque giocatori o quello che serve. Ma io rispetterò il mio contratto”. Un bel colpo assestato alla dirigenza rossonera. I suoi dubbi sono quelli di tutti, su una squadra che ha perso dei pilastri come Nesta, Inzaghi, Gattuso e van Bommel e che ha mantenuto un allenatore che a lungo sembrava spodestato dalla sua panchina.Milan, ma non solo. La Juve ha rinnovato il contratto a Conte, ma a detta di tutti ha fatto un miracolo vincendo il campionato. E per onorare la Champions dovrà necessariamente rinforzarsi quantitativamente e qualitativamente. Dovrà, magari lo farà, ma non lo ha ancora fatto. L’Inter ha preso Palacio, ma è obbligata a fare un cambio generazionale, a ringiovanire. E lo farà puntando su Stramaccioni, allenatore di belle speranze ma che non può certamente rappresentare una certezza.
Il Napoli deve sciogliere il nodo Mazzarri e capire se realmente perderà Lavezzi e/o altri pezzi pregiati. In casa Lazio il tecnico che sotituirà Reja è un’incognita, mentre l’Udinese deve sperare che Guidolin ricarichi a sufficienza le energie mentali prima del via della prossima stagione. Insomma, le squadre di vertice sono ancora ai blocchi di partenza, ed al 26 maggio è anche normale. Non si può parlare di ritardo, il tempo per costruire nei tempi giusti c’è. Per tutti. Roma compresa. Senza farsi prendere dall’ansia, dalla fretta. Non è ancora il tempo degli annunci, delle presentazioni, ma quello di lavorare a luci spente, a seminare per raccogliere al momento giusto