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IL ROMANISTA Oggi l’interrogatorio di Mauri

Stefano Mauri

(D. Galli) – Entra nel vivo l’inchiesta sul calcioscommesse, che lunedì ha portato a 19 arresti e circa 150 avvisi di garanzia. Stefano Mauri parlerà domani, alle 16 sarà interrogato dai pm di Cremona, dove è detenuto da ormai 48 ore. Intanto si aggrava ulteriormente la posizione di Massimo Mezzaroma e del tecnico della Juve, Antonio Conte. L’ex giocatore del Siena, Filippo Carobbio, ha confermato infatti ogni accusa. Andiamo per capitoli. La Lazio. Matteo Melandri, uno degli avvocati di Mauri, ha raccontato che il centrocampista biancoceleste non è stato portato via dalla polizia, ma si è costituito spontaneamente. “Siamo partiti alle 23 da Roma – ha detto il legale – e siamo arrivati in questura a Cremona pronti ad essere ascoltati anche subito. Durante il viaggio Stefano ci ha chiesto come sarebbe stato accolto e quale sarebbe stata la procedura. Mauri è sereno (“Sono pronto a difendermi” ha detto ieri), guarda la tv e si sta leggendo l’ordinanza. Dopo l’interrogatorio di domani (oggi, ndr) faremo sapere quale sarà la linea difensiva. Siamo pronti a rispondere a tutte le domande». Mauri è coinvolto, per ora, in due presunti illeciti: Lazio- Genoa 4-2 e Lecce-Lazio 2-4,entrambe del 2011. Giuseppe Sculli, laziale all’epoca dei fatti, deve rispondere invece solo per Lazio-Genoa, assieme all’ex genoano Omar Milanetto, anche lui agli arresti in carcere. «Sono schifato, quanto ancora andrà avanti tutto questo? Non ne resterà altro che carta – ha commentato Sculli in un’intervista al “Secolo XIX” -, in quella partita non ho giocato, ero in panchina perché avevo problemi fisici ma non ho notato nulla di strano. Per me quella era una partita regolare. Non ho mai scommesso in vita mia, di questa vicenda e delle scommesse non so nulla». Sarà. Detto che la Lazio non è stata ancora deferita (ma lo sarà entro metà giugno), i biancocelesti rischiano dai 6 agli 8 punti di penalizzazione. Se però si accertasse un eventuale intervento di qualche dirigente, ipotesi questa non esclusa dal pm Di Martino sia per la Lazio sia per il Lecce, si passerebbe dalla responsabilità oggettiva a quella diretta. E la Lazio, come il Lecce ovviamente, retrocederebbe in Serie B. L’esclusione dall’Europa League è quasi certa: la Uefa non accetta club invischiati in possibili combine. L’articolo 2 comma 04 del regolamento della Champions League recita: «Il club non deve essere stato implicato, direttamente o indirettamente in alcuna attività mirata ad alterare o influenzare il risultato di una gara a livello nazionale o internazionale”.

Il Governo del calcio europeo segue con molta attenzione lo scandalo. “Ci teniamo ovviamente informati – ha spiegato il servizio stampa dell’Uefa – dell’evoluzione della situazione in Italia, ma, trattandosi di supposti casi che si sono svolti in ambito nazionale, non possiamo intervenire». Poi il messaggio (indiretto) alla Lazio: “Nei nostri statuti, nel regolamento disciplinare ed in quelli delle coppe europee, è chiaramente stipulato che un club coinvolto in gare truccate non può partecipare alle competizioni continentali. La Figc è perfettamente al corrente della “tolleranza zero” dell’Uefa in materia di partite truccate. Siamo quindi sicuri che la lista che consegnerà all’Uefa comprenderà solo squadre perfettamente abilitate a partecipare alle nostre competizioni». Capitolo Siena. Il club pare spacciato. Si parla di sette o otto incontri aggiustati. L’informativa della polizia è pesantissima. «In più occasioni – si legge – le combine sulle partite del Siena non erano solo frutto dell’infedeltà dei giocatori, ma sarebbero state organizzate in seguito a vere e proprie direttive espresse da organi dirigenziali o tecnici che avrebbero direttamente concordato “a tavolino” il risultato finale dell’incontro, mirando al conseguimento di un vantaggio sportivo in classifica”. E poi ci sono le parole di due ex tesserati Carobbio e Coppola, che accusano il presidente Mezzaroma e l’ex allenatore Antonio Conte. “Qualche giorno prima della partita Siena-Varese – è riportato nel verbale di interrogatorio di Carobbio – Coppola entrò negli spogliatoi sbiancato in volto rappresentandoci che poco prima, all’esterno degli spogliatoi, era stato avvicinato da una persona vicina al presidente che gli aveva chiesto se c’era la possibilità di perdere la partita. Questa persona, di cui Coppola mi fece anche il nome ma che in questo momento non ricordo, gli aveva detto che il presidente intendeva scommettere o aveva scommesso sulla nostra sconfitta. Intendo riferirmi al presidente Mezzaroma. La squadra oppose un netto rifiuto suggerendo al Coppola di rappresentare a chi lo aveva contattato di non aver voluto riferire la proposta ai giocatori in quanto lui stesso non era d’accordo. Ribadisco che il Coppola era quasi sconvolto». Quanto a Conte, nell’interrogatorio Carobbio ha confessato che della richiesta del presidente era al corrente anche l’attuale tecnico della Juve. «In seguito ho appreso da Stellini (all’epoca vice di Conte, ndr) – si legge – che la proposta era stata fatta da Mezzaroma anche allo staff tecnico e anche loro si erano rifiutati. Era la prima volta che ci proveniva una richiesta del genere dal presidente”. Questo per la gara con il Varese. Ma Conte rischia almeno 3 anni, se non la radiazione, per un’altra testimonianza già resa da Carobbio davanti alla Procura federale e ribadita ai magistrati di Cremona. Riguarda la partita tra Siena e Novara. “Al contrario di quanto accaduto in occasione di Albinoleffe-Siena, i giocatori – ha rivelato Carobbio – hanno appreso dell’accordo in occasione della riunione tecnica che ha preceduto la partita. In sostanza Conte si limitò a dire che avremmo pareggiato la partita e che era stato raggiunto un accordo per il pareggio. Alla riunione tecnica erano presenti gli stessi tecnici che ho indicato con riferimento alla partita Albinoleffe-Siena oltre che, naturalmente, anche i giocatori. Tutti furono d’accordo e, avendone parlato con Faggiano (dirigente del Siena, ndr), desumo che anche la dirigenza fosse contraria”.

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