Domenico Criscito ha confermato la versione di Demetrio Albertini, intervenendo ai microfoni di Telelombardia: “Il Ct mi ha detto che avrebbe potuto richiamarmi soltanto se si fossero verificate alcune condizioni. E’ chiaro che era molto difficile che sarebbe potuto cambiare tutto in otto giorni”. Il difensore dello Zenit spiega la sua delusione per l’esclusione dall’Europeo e manifesta la sua volontà nel difendersi: “Volevo fortemente questo Europeo, ma Prandelli è stato chiaro e accetto le sue scelte. Non c’entro nulla con tutto questo, non ho mai fatto parte di quel giro. Dopo l’avviso di garanzia mi hanno descritto come il capo della banda, ma in realtà quell’avviso dovrebbe essere una tutela, non una colpa. Oggi sono già più sereno”. Sul collega Leonardo Bonucci l’esterno azzuro precisa: “Sono contento per lui,magari se fosse arrivato anche a lui l’avviso di garanzia sarebbe andato a casa. Subire la perquisizione è stata dura. Quando ho visto i poliziotti in camera pensavo fosse uno scherzo. Ho guardato Ranocchia e anche lui non capiva. Ripeto, io non c’entro nulla e dimostrerò di essere pulito”.
Intanto dal quotidiano ‘La Stampa’ trapela un retroscena clamoroso proprio sul caso Criscito. Infatti sembra che ci sia stato uno scontro tra Prandelli e i dirigenti della Federazione per aver chiesto di poter convocare l’esterno dello Zenit, ricevendo un secco no.