(F. Bovaio) – In un momento in cui il calcio italiano è scosso dalle fondamenta per tutto quello che la magistratura sta scoprendo affidare la panchina della Roma a Zemanindica chiaramente la volontà di porre un baluardo all’illegalità diffusa nel nostro mondo del pallone. Lui è pur sempre l’uomo che quattordici anni fa (estate del ’98) parlò di farmacie e finanziarie da eliminare dal football senza che nessuno, fino a quel momento, le avesse mai tirate in ballo. Zeman è l’audace che denunciò il malaffare dall’interno del sistema, che poi, infatti, ha cercato di metterlo ai margini, lasciandogli solo spazi di nicchia e squadre a metà, in modo tale che potesse bruciarsi con le sue stesse mani e quel 4-3-3 che non è solo un modulo tattico, ma un vero e proprio modo di pensare ed affrontare la vita. Sempre all’attacco, costi quel che costi, senza tanti calcoli opportunistici e congetture varie. (…) Limpidezza e parole chiare, magari sussurrate più che dette, che tanto fa lo stesso. Ma sempre forti e mai banali, intelligenti e mai scontate. «Perché non si può dire che l’arbitro ha sbagliato?» si chiede Zeman. Ha ragione, non si commette peccato di lesa maestà nell’affermarlo, offrendo magari spunti di riflessione importanti. Lui ama dire la verità e quello che pensa e poiché anche l’anima della gente giallorossa è fatta in questo modo ecco spiegato l’entusiasmo che ha suscitato in lei il suo ritorno. La Roma, nel corso della sua storia, ha dovuto subire molti attacchi del potere, che le ha fatto perdere scudetti e trionfi solo perché con quel suo nome così famoso e glorioso rappresentava l’odiata capitale d’Italia. Chiedete ai giornalisti o ai tifosi più anziani, avvezzi ad andare sempre appresso alla squadra, se non è vero. Domandate loro cosa dicevano ai giocatori della Roma e ai suoi sostenitori nelle trasferte al nord anche negli Anni Sessanta, quando della Lega e del suo assurdo slogan su “Roma ladrona” ancora non c’era alcun sentore. Poi erano loro a fare i giochetti con le flebo e gli armadietti piene di medicine più di quelli degli ospedali. Erano loro a giocare con i libri contabili e la finanza creativa. E chi li ha messi alla berlina? Zeman, l’uomo che si è fatto portatore di battaglie che tutti quelli che operano nel calcio, proprio per il bene di quest’ultimo, dovrebbero sempre fare. Ecco perché in un momento come questo ci voleva proprio Zeman alla guida di una grande squadra come la Roma. Su una panchina dove possa dimostrare che anche quelli puliti e sempre osteggiati dal potere costituito, se bravi e meritevoli, riescono ad arrivare o a tornare in sella nonostante tutto e tutti. Di sicuro giocheremo sempre onestamente e per vincere attraverso il gioco, cercando di segnare un gol in più degli avversari. E avremo la soddisfazione di essere guidati da una persona pulita, limpida e chiara come le idee che cerca di mettere in campo attraverso la sua squadra.