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IL ROMANISTA Re De Rossi stoppa i Campioni

Daniele De Rossi

(D. Galli) – Centrale di difesa, centro del mondo azzurro contro i campioni del mondo della Spagna, al centro dell’attenzione perché giocava in un ruolo non suo all’esordio dell’Italia agli Europei. Un ruolo ricoperto con Luis Enrique all’occorrenza. Esame strasuperato, una prestazione maiuscola, un De Rossi in formato Beckenbauer, una disattenzione sola (si fa per dire, sul taglio per Fabregas è Silva che fa il fenomeno), Daniele ha preso tutto quello che c’era da prendere, ieri a Danzica: erba, palle e stinchi. Un mostro. Un monarca assoluto. Il Re d’Italia.

L’Italia ferma la Spagna. Così dice il tabellino, che sovverte i pronostici, cambia le carte in tavola, attribuisce alla Nazionale un ruolo inatteso. Quello di protagonista dell’Europeo. I ragazzi di Prandelli ribaltano gli sfavori iniziali tenendo testa al tika-taka spagnolo, il 4-3- 3 di Del Bosque si regge su uno spartito sempre identico: fraseggi veloci, ma un po’ monocorde, dove gli acuti sono spesso quelli del tenore Iniesta (nel primo tempo, diagonale pericoloso alla mezz’ora). Prandelli replica col tanto annunciato 3-5-2. Al centro tra due centrali di mestiere, Bonucci e Chiellini, il Ct spedisce De Rossi. Un azzardo? Macché. Una certezza. Daniele chiude gli spazi, anche rischiando un’ammonizione nel primo tempo che avrebbe forse compromesso il resto della partita. Non succede, perché l’ungherese Kassai dà il vantaggio e poi si dimentica il giallo nel taschino.

De Rossi tiene a galla la difesa azzurra proprio nel momento peggiore, i primi venti minuti, quando la Spagna aggredisce e l’Italia pensa solo a reggere l’urto.  Poi gli azzurri si riorganizzano e vanno vicini al gol: al 23’ e al 32’ con Cassano, al 36’ con una splendida girata al volo di Marchisio proprio su assist di Totò, che quando parte da destra si accentra e per la Spagna sono dolori. Mentre la Spagna tikitakeggia con i suoi giocolieri di scuola catalana, l’Italia affonda ancora. Al 45’ Casillas respinge un colpo di testa di Thiago Motta su cross di Maggio. Nella ripresa, si vede una Spagna più concreta e più aggressiva. Solito copione: l’Italia accusa, incassa ma non crolla. Anzi. Là dietro, De Rossi continua a fare buona guardia, disturbando (al 6’) una pericolosissima incursione del solito Iniesta, la cui conclusione (deviata da Buffon) va vicina al palo opposto. Anche Balotelli è il solito. In negativo. Al 9’ ruba palla a Sergio Ramos, poi in piena area snobba Cassano al centro, procede al rallentatore e si fa riprendere dallo spagnolo. Prandelli lo punisce sostituendolo con Di Natale. E il Totò udinese premia la scelta portando in vantaggio l’Italia. Pirlo lo lancia, la punta bianconera scatta sul filo del fuorigioco e batte con un tocco sotto favoloso il portiere del Real. La reazione spagnola è immediata. Quattro minuti dopo, Silva serve al centro Fabregas, che a tu per tu con Buffon non sbaglia. La Spagna potrebbe portarsi in vantaggio al 30’ e al 40’, sempre con Torres. Ma El Niño prima si fa anticipare in contropiede da Buffon, poi vanifica un contropiede con un pallonetto facile facile che termina alto sopra la traversa azzurra. Anche la Nazionale ha tra i piedi la palla del 2-1. Capita a Di Natale, che al volo su cross di Giovinco non prende la porta. Sarebbe stato troppo, forse. Fa niente, va bene anche così. Perché giovedì alle 18 a Poznan, contro la Croazia, questa Italia può ipotecare il passaggio del turno. Questa Italia. Con questo De Rossi.

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