Reduce da una stagione straordinaria con il Pescara di Zdenek Zeman, Simone Romagnoli, colosso difensivo pescarese, più volte accostato alla Roma dopo l’approdo nella Capitale del boemo, è intervenuto ai microfoni de “La città nel pallone” sui 99.8 di RadioIes per parlare della sua stagione e del suo futuro. Ecco le sue parole:
Quanto è cambiato Zeman da Foggia a Pescara?
“Non è cambiato, i suoi metodi sono sempre gli stessi. Sono cambiati i risultati, perché a Foggia non siamo riusciti ad arrivare ai playoff, mentre a Pescara siamo arrivati primi”.
Sugli allenamenti.
“Il ritiro è molto lungo e pesante. Non lascia un minuto di respiro, ma si fa. A Foggia ho sofferto tanto, quest’anno invece, sapendo che c’era lui in panchina, mi sono preparato 10 giorni prima che iniziasse il ritiro per farmi trovare pronto”.
Quanti giorni di ritiro avete fatto?
“A Foggia c’è stata una situazione particolare perché iniziammo in ritardo. Eravamo tutti nuovi e il mister ci ha tenuto in ritiro fino a campionato iniziato. A Pescara invece abbiamo fatto due settimane di ritiro in montagna e poi due settimane in città”.
Qual’è stata la vostra arma in più?
“E’ stata la coesione che c’è stata subito tra il mister e la squadra. Zeman è uno che riesce a tirar fuori il meglio dalla squadra che ha, a patto che venga seguito. Il merito è stato degli anziani che hanno fatto capire al gruppo che bisognava lavorare per il mister”.
Come hai preso il su approdo alla Roma?
“Sono felicissimo per lui, se lo meritava. Inizialmente la speranza era che restasse, ma ora abbiamo un nuovo allenatore che conosco già (Stroppa n.d.r.) e sono tranquillo perché è un grande mister”.
Sei cresciuto nel Milan, Zeman è un allenatore spendibile nelle grandi piazze?
“Dipende da come la società si comporta nei confronti del mister e da che squadra gli mette a disposizione. Come è giusto che sia, il mister ha bisogno di gente che ha tanta fame, ma sono sicuro che essendo persone intelligenti, anche i grandi giocatori si adeguerebbero”.
Come ci si trova a fare il difensore con Zeman?
“E’ particolare, è un modo difficile per difendere che richiede un attenzione quasi maniacale in tutto, perché si è sempre a rischio contropiede, ma è anche un modo di difendere che ti fa crescere molto. Zeman preferisce che il gioco inizi dai terzini, ma di sicuro non è uno che fa buttare la palla in avanti e poi quello che succede succede. E’ uno che da un senso all’azione”.
Al calcio di inizio Zeman vuole che i giocatori partano dalla linea di centrocampo. Come avete preso questa notizia?
“Io mi ricordo la prima volta al Foggia: battiamo il calcio di inizio e vedendo i terzini che erano bassi lui ci disse: “Cosa fate li, il gol si fa dall’altra parte”. Il suo obiettivo è intimorire gli avversari”.
Resterai a Pescara?
“Mi vedo ancora a Pescara. Con il Milan hanno già trovato l’accordo e la cosa mi fa estremamente piacere, perché mi posso confrontare con la Serie A, in una piazza dove mi sono trovato bene”.
Sei stato accostato alla Roma. Dovesse arrivare una chiamata?
“Essere fra i pupilli di Zeman è sicuramente un grande onore. Fa piacere, ma per adesso non mi ha chiamato la Roma. Dovesse farlo, farebbe molto piacere ricevere l’attenzione di una squadra così importante”.
Su Brosco.
“Abbiamo passato un anno insieme. Mi sono trovato benissimo con lui, è un ragazzo splendido ed è anche un ottimo difensore dal sicuro avvenire”.
Un giudizio sulla prestazione difensiva di De Rossi?
“Considerando che non è un difensore, ha fatto una buona partita, ma secondo me da il meglio di se a centrocampo, dove fa fare il salto di qualità alla squadra. Non sono nessuno per giudicare De Rossi, perché è un grande giocatore, ma non è facile cambiare ruolo e considerando questo, ha fatto benissimo”.
Fonte: La città nel pallone, RadioIes