Il fragore che ti accoglie e che rischia di soffocarti. Per fortuna il destinatario è un uomo di calcio, navigato e con molte primavere sulle spalle ma ciò che sta accadendo nell’ambiente Roma torna nuovamente a infastidire, dividere, aizzare, giudicare e distruggere senza motivo.
Dall’immotivato e romantico entusiasmo dell’arrivo di un tecnico, di una filosofia di gioco ben precisa, di un modo d’intendere il calcio e la vita a ipotesi e previsioni immotivate. “Zeman è un’aziendalista si va verso la mediocrità” “Vuole solo giocatori del Pescara” “Intrigo Stek” “Paradosso Pjanic” “Totti dove lo metti?”. Titoli, sentenze e giudizi attribuiti ad un insegnante di calcio che mai come nessun altro ha saputo valorizzare e trovare la maschera perfetta per ogni partecipante alla sua orchestra. Non si è ancora insidiato come tecnico e già c’è chi gli attribuisce il fatto di non essere ambizioso sul mercato e che l’80% dei giocatori non vadano bene per lui. Il Pescara non era costruito per la Serie A, lui ce l’ha portato. Squadre di onesti mestieranti plasmate a suo piacimento e rese competitive. Lasciatelo lavorare come solo lui sa fare perchè se pensate che Zemanlandia sia sparita, lui vi risponderà sempre allo stesso modo. “mo ce lo faccio vedere…”