(S.Arcobelli) – Quando vinse il primo titolo europeo nel 2006, aveva in valigia la maglia di Totti. Nel nuoto, Alessia Filippi è la romanista più appassionata, con il suo allenatore Andrea Palloni. Ieri all’antico Circolo Tiro a Volo, ai Parioli, la vicecampionessa olimpica ed ex iridata, è tornata a parlare visti gli impegni nel Settecolli, ultimo test preolimpico che interessa alcuni nuotatori romani non lei che è già qualificata. Ma Alessia non s’è sottratta, parlando di calcio, Cassano, della sua Roma e del ritorno in giallorosso di Zdenek Zeman.
AFFETTO «La scelta di Zeman? Noi romanisti gli abbiamo sempre voluto bene, è stato bravo già nella sua prima occasione a Trigoria ed è stato bravo in questa stagione riportando il Pescara in serie A. Non ci possiamo lamentare della decisione della società». Alessia ha stima del personaggio, ma soprattutto delle qualità tecniche del boemo: «È uno che fa lavorare duramente, e il lavoro paga sempre. Mi dicono che sottopone i giocatori ad allenamenti pesanti, fa fare i balzi. Se si vuole riportare in alto la Roma, bisognerà lavorare duro e per questo lui è l’allenatore giusto. Inoltre è molto determinato ed ha voglia di prendersi tante rivincite». Anche Alessia ama il bello del calcio, lo spettacolo, e perciò ci tiene a rappresentare un mondo, quello degli altri sport che preparano l’Olimpiade, con un modo di vivere lo sport senza ostracismi, senza degenerazioni polemiche: «Gli atleti per primi devono dare l’esempio, rispettare anche chi non la pensa allo stesso modo. L’Olimpiade, in questo senso, simboleggia proprio questi significati e valori». Correttezza, sempre. «Ci sono comportamenti che sono anche lezioni di vita, e queste possono arrivare da una piscina: a me personalmente ha dato una lezione di recente una ragazzina disabile senza un braccio».
TEST I 200 dorso sono poi nella testa di Alessia, che nel 2009 è stata capace di trasformare con le sue medaglie in una sorta di curva sud. «Ci saranno anche i miei a fare il tifo, non sarà come agli Europei».