( P.A.Coletti) – La giugulare che si gonfia, il rossore del viso, un urlo di gioia che viene dal cuore. È Daniele De Rossi, da sempre quando segna la sua Roma, da domenica anche quando ad andare in gol è l’Italia. Dalla partita inaugurale di Euro 2012 questa è diventata la sua Nazionale. De Rossi ha preso in mano l’Italia, risolvendo in un batter d’occhio tutti i problemi difensivi evidenziati dalla squadra di Prandelli. Il ct gli ha chiesto di giocare una ventina di metri più dietro affidandogli le chiavi della squadra. De Rossi non ha battuto ciglio, si è assunto tutte le responsabilità, da vero leader, da vero campione. Il risultato è stato sbalorditivo, per tutti, anche per lui e per Prandelli. La fase offensiva della Spagna campione d’Europa e del Mondo si è fermata davanti al muro eretto da Daniele. Un De Rossi mai impaurito dai fenomeni che lo attaccavano da tutte le parti. Tackle, scivolate e anticipi per far capire chi è che comanda da quelle parti. Una voglia di spaccare il mondo (o almeno l’Europa), la fame di rivincita che aspettava da quattro anni. Ma quel che conta è che questa sera il centrocampista, ormai difensore, sarà animato ancora una volta da un sentimento di rivalsa. Il capitano della Croazia è Darijo Srna. Con lui De Rossi ha un conto aperto. Era l’8 marzo 2011, a Donetsk si giocava l’ottavo di finale di Champions League tra Shaktar e Roma, e De Rossi rifilò al malcapitato Srna una gomitata sul naso. Gesto che l’arbitro Webb, che arbitrerà anche la partita di questa sera, non vide e per De Rossi arrivò una squalifica di tre giornate con la prova tv. Era una brutta Roma, che perse quel match con un secco 3-0 (il terzo gol lo mise a segno un altro croato, Eduardo), ed era un De Rossi nervoso e, mai come in quel periodo, vicino ad un futuro lontano dalla capitale. «Una volta a Roma ero coccolato. Ora evidentemente è cambiato il vento. Le cose migliori su di me le sento ormai fuori da Roma» era il commento amaro, all’epoca della gomitata, di un Capitan Futuro deluso dalla sua vita professionale e dall’incertezza che circondava la società giallorossa. A distanza di quindici mesi il mondo si è rovesciato. L’avvento della proprietà americana, il progetto, Baldini e Sabatini, la firma sul nuovo contratto a vita, il trabajo y sudordi Luis Enrique, il ritorno di Zemanlandia e ora un Europeo da vivere da assoluto protagonista. La Roma si è affidata ciecamente a lui, ora anche Prandelli si è accorto di non poter rinunciare a un De Rossi in posizione centrale.