E’ il club simbolo, quello che rappresenta il calcio scozzese con 54 titoli vinti. Parliamo ovviamente dei Glasgow Rangers che saranno costretti a non partecipare alla prossima stagione Scottish Premier League, equivalente della nostra serie A, e probabilmente a ripartire dalle categorie inferiori. La crisi finanziaria che ha colpito il club è gravissima, i debiti ammontano a circa 134 milioni di sterline. La società andrà in liquidazione e ora toccherà al nuovo consorzio (che ha acquistato i principali asset dei Rangers per un affare ci circa 6 milioni di euro), guidato da Charles Green, riportarla dove è sempre stata.
Si potrebbe ricominciare dalla Division One, in sostanza la serie B italiana, ma anche in questo caso si sono già avvertiti i primi dissensi. In pratica 11 dei 30 club sono pronti a schierarsi contro, la votazione si terrà il prossimo 12 luglio. L’ultimo tentativo è stato quello di chiedere una sorta di fiducia agli altri club che però non sono stati clementi. 10 delle 12 società si sono dette contrarie alla possibilità di avere i Rangers iscritti al prossimo campionato.
I rivali di sempre dei Celtic hanno votato contro e per loro sarà l’occasione per prendere un posto lasciato vacante. ”La decisione di negare l’iscrizione in Premier League è importantissima – si legge in una nota del club – Il Celtic ha un progetto economico e una strategia indipendenti da qualsiasi altra squadra. Inoltre, lavoreremo con le altre società della Premier League nelle prossime settimane per aumentare al massimo i ricavi commerciali, che rimangono cruciali in questa complessa fase economica”. In effetti l’indotto economico prodotto dai Rangers sarà difficile da eguagliare per cui è necessario organizzarsi per poter far fronte ad un elemento di primaria importanza per un movimento che potrebbe incontrare diversi problemi da qui in avanti.
Fonte: yahoo.com