(A. Pugliese) – Altafini e Meazza ce li ha già nel mirino, a una sola rete di distanza. Ma l’orizzonte di Totti guarda più in là, almeno al secondo posto della classifica dei marcatori di sempre della Serie A (Nordhal è a 225 gol, 10 più sù), l’obiettivo di Francesco. «Conoscendo gli schemi di Zeman, posso segnare 20 gol, anche da vecchio. Se avrò la possibilità, certo. E se giocherò». In attesa del campionato, però, nel mirino di Totti è finita la società. «Così non siamo competitivi con Juventus, Milan e Inter. Si può vincere solo con i grandi nomi, con i campioni. E spero che, nonostante le parole di Sabatini, la società stia lavorando per questo».
Investimenti E allora via, il discorso è sempre lo stesso. Sabatinidomenica aveva detto «non arriveranno crac fragorosi», Totti spera che non sia così: «Io voglio vincere, come squadra e tifosi. Non mi va un altro anno di transizione e, conoscendo la piazza, non so se anche la gente voglia aspettare ancora. Nel calcio non si sa mai, la speranza è l’ultima a morire. Ma l’anno scorso nuovo allenatore e giocatori, quest’anno lo stesso. Gli anni passano, tra due anni mi scade il contratto e smetterò. Ma spero di vincere prima, se poi loro sono così bravi da prolungarmelo…».
Ruolo Ma dove giocherà Francesco? Domenica, prima uscita stagionale, è partito a sinistra. Anche se poi, lentamente, scivolerà al centro, dove la sua efficacia è massimale. «Ho iniziato lì a sinistra, ma non è una scelta definitiva, la prossima volta potrei giocare centravanti. Certo, esterno è dura: lì Zeman vuole che si facciano tanti tagli in profondità. E io non ne faccio tanti, non ho le caratteristiche». Magari Zeman spera di lavorarci su, soprattutto in questi giorni. «Un po’ di affanno ce l’ho. È faticoso, lo sapevo. Ma è un lavoro che poi ci ritroveremo durante l’anno».
Boemo Tredici anni dopo, Totti ritrova così Zeman, con tanti titoli in più. «Lui vuole un calcio più verticale rispetto a quello di Luis Enrique. Per noi attaccanti è la cosa migliore, con Zeman 80-90 gol li fai. Ma non so se con lui avrei vinto di più. Forse no, visto che in quei 2 anni non vincemmo niente. Ora c’è un’altra possibilità». Sempre che Zeman non dia fastidio, che non sia ancora un personaggio scomodo. «Mi auguro di no, altrimenti “manco se parte” (scherza in romano, ndr). Come la penso sulla Juve? Ho letto gli stessi libri del mister». Appunto. Al massimo 28 scudetti, ma pure troppi…
Top player E allora spazio al campo, dove c’è chi fatica, ma anche chi va già forte. «Dovessi puntare su qualcuno, lo farei su Osvaldo: fisicamente sta bene, tecnicamente è forte e già conosce il gioco del mister. Può fare un grandissimo campionato. I giovani? Mi hanno impressionato Nico Lopez, Florenzi e Romagnoli. Con Zeman possono fare tutti e tre molto bene». Anche perché, di top player non è aria. «Non faccio nomi, in passato non si sono mai avverati. Aspettiamo, ma se vuoi vincere lo scudetto, servono i grandi nomi».
Made in Usa Magari Totti quelli potrà chiederli a Jim Pallotta tra due settimane, quando sarà in America per la tournée. «Un passo importante, per farsi conoscere dove non siamo mai stati. «Pallotta? L’ultima volta che l’ho visto si è buttato in piscina (a Trigoria, ndr), magari si è affogato… Scherzo, ci parlerò in America e vedremo. La società, anche se lontana, penso sia solida e ci possa dare qualsiasi cosa. Penso…». Chiusura con l’Europeo: prima il lapsus su Zarate («Rispetto l’omofobia», Francesco voleva dire omosessualità e pensava che la domanda fosse rivolta alla polemica su Cassano e i gay), poi gli elogi: «L’Italia ha fatto un grandissimo Europeo: Balotelli se sta bene fa la differenza, ma a trascinare gli azzurri sono stati Pirlo e De Rossi». Già, Daniele. Un top player, Francesco lo aspetta a braccia aperte. Ma non solo lui.