(T. Cagnucci) – A Riscone il tempo delle passeggiate è finito. (…) Innanzitutto per i calciatori che ieri in mezzo ai boschi hanno corso dieci chilometri a testa, poi nel pomeriggio si sono incollati i soliti venti chili, in mezzo un po’ di pallone, qualche movimento e tanti passaggi di prima.
Anche il passaggio di prima non è una passeggiata, è il modo più breve e diretto per fare una cosa. Il tempo delle passeggiate, cioè dei giri larghi è finito: si va alla sostanza, si va al dunque. L’altro ieri il Capitano ha toccato a suo modo lasciando molti a bocca aperta, deliziando molte orecchie, infastidendone altre. E’ stato un tiro dei suoi, c’è persino un archivio di conclusioni del genere (datate dal 2003) che qualcuno vuol distorcere ma che resta un colpo a effetto che sfugge alle strumentalizzazioni: Totti non ha parlato per interesse personale, anzi sì: ma perché è tifoso della Roma, oltre che un calciatore della Roma, vuole vincere.
Ieri ha risposto dall’altra metà campo, a suo modo, Walter Sabatini: pure lui non s’è fatto attendere, non s’è nascosto, non ha minimamente pensato a ricorrere a giochini diplomatici, a fare giri e rigiri, meline, passeggiate di parole, ma ha detto quello che sentiva e voleva dire: «Tutti cercano campioni, diciamo che Francesco ha seguito il flusso. Noi però stiamo facendo un lavoro sano, sensato e giusto per la Roma, ma accettiamo la sua idea». Un bel tiro pure questo, con rischi di qualche effetto. Ma non qui. Non nella squadra che deve pensare a sopravvivere e arrivare alle stanze per dormire e che finora sta ascoltando l’unica voce che deve sentire: quella rauca, silenziosa, divertente e filosofica di Zdenek Zeman. Non qui perché Totti non ha controbattuto ufficialmente a Sabatini e non ha intenzione di farlo. Lui ha parlato per la Roma, lo fa da ventuno stagioni. Sabatini ha fatto la stessa cosa, anche se lo fa da un anno soltanto. Non ci sono fratture, ma idee diverse. Idee diverse della stessa idea: la Roma.
I tifosi (…) possono fare una riflessione: da una parte c’è il giocatore più forte della nostra storia, il Capitano, un ragazzo prima e poi un uomo che alla Roma ha dato tutto e che dalla Roma ha avuto tanto, che ha scelto di coronare i sogni di tutti noi: alla Roma per sempre, e che si spende, anche a parole, ancora per la stessa cosa. Manco sui Baci Perugina trovi storielle simili. Dall’altra parte c’è il Perugino (per indicare il pittore, non solo la zona di provenienza) che non ha minimamente timore di dichiarare la sua idea e che ieri ha ribadito che per la Roma c’è un progetto serio, un lavoro sano avviato, un’idea. Non può essere un’idea perdente. Non può volerlo Sabatini che è un rapace, che è vorace già solo nella faccia. Un Capitano, il più forte di tutti, e un Direttore Sportivo più cazzuto di tutti. Non è una iattura, ma una benedizione.
Il tempo delle passeggiate è finito. L’ultimo giro che Zeman ha fatto fare nei boschi ai suoi ragazzi è quello in cui devono dare tutto e più di tutto. Lo chiama “il giro del carattere”. Totti e Sabatini lo hanno fatto alla Zeman.