(L.Bianchin) Per litigare basta un attimo, per far la pace si dice che a volte serva una vita. In questo caso, 17 anni, 3 mesi, 20 giorni e 3 ore, minuto più, minuto meno. Il litigio stava per diventare maggiorenne.
Luis Enrique e Mauro Tassotti stasera si incontreranno, per la seconda volta, dopo la gomitata al Mondiale ’94. La prima volta non si sono chiariti. Pare che si stringeranno la mano alle 16.40, quando Roma e Milan si vedranno per il sopralluogo all’Olimpico. Addirittura, Luis Enrique pensa di andare incontro a Tassotti, perché il perdono si può concedere, ma se lo si offre è meglio. Tassotti sarà felice. Lo ha detto un paio di giorni fa al Corriere della Sera: «Dargli quella gomitata è stata una grossa stupidata. Non c’era premeditazione ed ero pentito un minuto dopo».
OTTO GIORNATE Italia e Spagna giocavano il primo quarto del Mondiale: a Boston, 2-1 per noi, gol di Dino e Roberto Baggio. Al 94′ Tassotti allargò il gomito e colpì Luis Enrique. Pagliuca era a dieci metri: «Ricordo tutto, anche dopo 17 anni. Ho sentito l’osso del naso che si rompeva: tac. Tassotti non voleva spaccarglielo, ma Luis Enrique era fuori controllo: cadeva, si rialzava, ricadeva». Il Tasso, nemmeno espulso, prese 8 giornate(«Infamanti», commentò Sacchi) e con la Nazionale finì lì. Luis Enrique reagì male. «A fine gara, nello spogliatoio, mi hanno consigliato di allontanarmi — disse Tassotti —. Era nervosissimo». «Siamo vecchi» Ieri era più sereno: «Sono passati 17 anni, siamo più vecchi, è un peccato… Quello che è successo in campo si ferma lì: Tassotti ha giocato con Rijkaard che poi ha allenato me, so che persona è». Albertini, che in questi 17 anni è diventato presidente della Federcalcio e si batte per portare più sport nelle scuole, forse vede tutto come una piccola lezione del calcio: «Sì, conosco Mauro e ho incrociato Luis Enrique. Sapevo che sono due persone intelligenti».