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GAZZETTA DELLO SPORT Piris strano zemaniano. Spinge ma sa difendere

Ivan Piris

(M.Calabresi) – Mai come stavolta, diffidare di YouTube. Meglio evitare di andare a scavare nella rete e aspettare di vederlo dal vivo per giudicare, anche perché il biglietto da visita di Ivan Piris non è per niente incoraggiante. 29 aprile, semifinale del campionato Paulista tra San Paolo e Santos: 1-3, Neymar segna tre gol, ma è un dettaglio. Prende palla e dribbla una, due, tre, quattro, cinque volte Piris che, frustrato, lo stende. Per chi non lo avesse ancora visto, un numero simile a quello di Cafu su Nedved nel derby del 2000, soltanto con la palla a terra. Il video fa il giro del mondo, con tanti romanisti già a fare gli scongiuri. Lato positivo Ma fu proprio una marcatura, stavolta riuscita, su Neymar, ad accendere la carriera del prossimo terzino della Roma: i dirigenti del club paulista notarono il 23enne paraguaiano (ma con passaporto italiano) nella semifinale della Libertadores 2011, quando il Cerro Porteño sfiorò l’impresa prima di arrendersi al Santos. Ma non furono le capacità di spinta — che comunque hanno portato Zeman ad avallare il suo arrivo a Roma —, bensì le qualità difensive di Piris a convincere il San Paolo. Ci è mancato poco, però, che Piris in Europa ci sbarcasse all’aeroporto di Siviglia: con gli andalusi sembrava tutto fatto («È questione di giorni», scrisse su twitter il procuratore del giocatore, Pedro Aldave), poi il dietrofront. Sabatini, che a Trigoria ha incontrato il suo agente, con il Deportivo Maldonado (club proprietario del cartellino) ha chiuso per un prestito oneroso a 1 milione con diritto di riscatto già fissato a 4. Sicuramente Piris non andrà in America (dove invece ci saranno Castan e Tachtsidis, non De Rossi), ma si affaccerà a Trigoria nei prossimi giorni e conoscerà i compagni al rientro dagli States. Uno e l’altro Ma l’arrivo di Piris non esclude quello di Sebastian Jung, nonostante sul tedesco sia vivo l’interesse del Newcastle. Sabatini, ieri impegnato nel summit con gli agenti di Destro, da oggi riallaccerà i contatti con l’Eintracht Francoforte, che però preferirebbe cedere il giocatore a titolo definitivo. Tra Piris e Jung, chi rischia di rimetterci parecchio è Aleandro Rosi: se la Roma cerca un terzino destro, è evidente come Zeman non ritenga l’esterno della Garbatella un punto fermo. Se ne cerca due, Rosi (bene a Riscone, ma solo dal punto di vista atletico) ha tutti i motivi per preoccuparsi e pensare a un futuro altrove (Genoa?). Felicità Non ha di questi problemi Piris, entusiasta di un’avventura prossima a iniziare: «Con il Siviglia era tutto fatto, ma quando è arrivata la Roma è cambiato qualcosa — ha detto —. Sono chiamate che arrivano una volta sola in tutta la vita e bisogna prenderle al volo». E pensare che, se Zeman avesse avuto una diversa considerazione di Crescenzi, i due terzini si sarebbero incontrati a distanza di tre anni da un Italia-Paraguay del Mondiale Under 20, quando Piris giocò 90′ e il romanista (ma con le valigie in mano) soltanto 9′. Quella partita non sarà stata nei dvd che Zeman, per sua stessa ammissione, ha visionato di Piris: la speranza è che prima dei cinque dribbling di Neymar, il boemo sia andato in finestra a fumarsi una sigaretta.

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