(A.Pugliese) La «cazziata» di sabato sera avrà un seguito oggi? Probabile. Magari con toni e parole diverse, ma sicuramente con lo stesso obiettivo: cercare di cambiare in corsa una Roma che non va. Luis Enrique, sabato sera forse per la prima volta in assoluto, ha ammesso che il giochino non funziona. E ora ci vorrà mettere le mani, a modo suo, abbandonando probabilmente anche qualche compromesso. Ci riuscirà?
A picco Il ciclo che doveva lanciare i giallorossi, ha finito con l’affondarli. Prima il k.o. nel derby con tutte le conseguenze, emotive e non, poi le tre gare che il tecnico spagnolo aveva messo in scaletta come quelle capaci con 7 punti di rovesciare la stagione della Roma.Di punti ne sono arrivati solo tre la vittoria con il Palermo e anche con una buona dose di fortuna. «Sono molto dispiaciuto per il k.o. con il Milan. La società ha in cantiere un grande progetto, ma tre sconfitte in quattro partite sono dure da digerire», ha detto ieri Giancarlo Fischella, tifoso doc della Roma. Un pensiero sempre più diffuso tra i tifosi della Roma. Va bene il progetto, va bene la pazienza, ma ad un certo punto servono i risultati. In classifica e quindi i punti ed in campo e quindi il gioco, due discorsi che finora latitano. E non poco.
Dolori Al di là delle tre sconfitte in 4 gare, sono la mancanza di concentrazione, di carattere e di personalità a preoccupare. E non poco. Ma non solo, la Roma ha delle sbandate pazzesche in difesa 5 dei 13 gol subiti dall’inizio dell’anno, Europa League compresa, sono arrivati su calcio d’angolo, ha subito 7 gol nelle ultime 4 partite e dall’inizio dell’anno ha raccolto appena il 40% dei punti a disposizione 11 su 27. Così, se all’inizio dell’anno il problema sembrava essere soprattutto l’inefficienza offensiva che è un problema che resta, la Roma negli ultimi 20-25 metri ha le idee poco chiare su cosa fare davvero, ora i dolori sono anche dietro, dove tra Lazio, Genoa e Milan i giallorossi hanno palesato evidenti limiti: di concentrazione, è vero, ma anche di organizzazione i gol presi a difesa schierata, del resto, lo denotano. Davanti, invece, forse sarebbe il caso di affidarsi un po’ di più alla punta di maggiore qualità dell’organico, Marco Borriello. Certo, forse per metterlo in condizione di rendere bisognerebbe cambiare qualcosa. Ma considerando il rendimento fumoso di Bojan ieri era a vedere la Virtus Roma e l’assenza lunga di Borini, perché non provarci?