(B. TUCCI) –Buongiorno Roma. Sveglia Lazio. Ecco, in sintesi, quel che ci ha detto questo primo scorcio di precampionato. Negli Stati Uniti, i giallorossi hanno dato un buon assaggio di quel che saranno durante la prossima stagione. Gruppo giovane, aggressivo, caparbio, veloce. Il tocco di Zeman è già evidente e una cosa è certa: il boemo seguirà il corso che tanto successo ha avuto a Pescara. Baby che crescono e diventano campioni. Ai Lamela, Bojan, Pjanic si aggiungono oggi i Florenzi, i Lopez, i Romagnoli, i Tachtsidis e quel Destro che, soffiato alla Juve, dovrebbe essere il fiore all’occhiello delle punte romaniste. Si sogna? Assolutamente si. I tifosi non hanno dubbi. Scudetto? È un sostantivo proibito. Chi è superstizioso non si azzarda a pronunciarlo; chi non lo è si comporta come il protagonista di una commedia di Peppino De Filippo «Non è vero, ma ci credo».
Tornando con i piedi in terra, direi che il lavoro da fare è ancora tanto. A cominciare dal prossimo ritiro in Austria in programma dal 2 agosto. Ci sarà anche Destro e il giovanotto dovrà dimostrare di valere quel che è stato pagato. A proposito di soldi. Se fossi stato mr. Pallotta (prossimo a diventare il presidente della Roma) avrei evitato di spendere 1500 dollari per offrire una bottiglia di vino a Franco Baldini. Non sarebbe stato meglio, egregio signore, mandare quei danari ai tifosi della curva Sud per regalargli, che so io?, alcuni abbonamenti gratis per lo stadio Olimpico? In Italia, come in tutta Europa, molte famiglie non se la passano bene e quel brindisi di Boston equivale, assai spesso, allo stipendio di un operaio che lavora ininterrottamente otto-nove ore al giorno.
Petkovic, che cosa succede? Nelle prime due uscite di valore, la Lazio scivola e mette in vetrina un pacchetto difensivo che chiamare imbarazzante è un eufemismo. I giovanotti biancocelesti, prima contro il Siena e poi contro il Torino, non sono mai stati all’altezza della situazione con un gioco frammentato e poco incisivo. Oddio, questo flash mi ricorda tanto un passato recente: quello della guida di Luis Enrique. No, per carità. Dimentichiamo un triste periodo e voltiamo pagina. Presidente, manca ancora qualcosa in questa squadra e lei lo avrà potuto constatare di persona. E allora, intervenga ed aiuti il mister: ne ha estremo bisogno. Mi creda.