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CORRIERE DELLO SPORT Bojan stuzzica Zeman

Zeman e Bojan

(R. MAIDA) – I capelli sono ancora bagnati, dopo la doccia. E non si asciugheranno tanto velocemente, vista l’umidità che ha trasformato la Redbull Arena in una cappa. L’espressione invece è allegra, comprensibilmente. A un’altra partenza in panchina, la quinta su sei amichevoli di Zeman, Bojan ha risposto con un altro gol, il secondo nella tournée americana, che ha consentito alla Roma di battere El Salvador.Bojan è così, sfida i problemi guardandoli in faccia. Non gioca mai nel suo ruolo, centravanti, e si sposta sulla fascia cercando di sfruttare il talento e la velocità. Lo lasciano fuori, da Guardiola a Zeman passando per Luis Enrique, e lui si impegna con maggiore vigore per sovvertire le gerarchie. Avercene, di gente così. «Sono contento, la preparazione sta andando bene – dice Bojan, prima di regalare la maglia a un amico spagnolo – questi test servono per trovare la condizione e aiutano a crescere. Cerco sempre di dare il massimo per giocare. In qualunque posizione. Poi dipende dall’allenatore, io sono a disposizione, felice di stare alla Roma» . Non fatevi ingannare da quegli occhi da cerbiatto e dal carattere garbato: Bojan quest’anno è pronto a spaccare il mondo.

A META’  Un po’ meno soddisfatto è Zdenek Zeman, dopo l’ultimo test americano. Il secondo tempo è stato brutto sia sotto il profilo tecnico che comportamentale. «Abbiamo pagato la stanchezza e anche un clima non proprio semplice – spiega – inoltre, ho fatto cinque cambi dopo l’ntervallo e questo ha creato dei problemi alla squadra. D’altra parte, in questa fase della preparazione è importante che tutti trovino un’adeguata condizione atletica. Nel primo tempo avevo visto cose molto buone, tante occasioni da gol e il giusto pressing: nella ripresa abbiamo smesso di essere aggressivi» . Il bilancio del viaggio comunque è positivo:«La squadra sta crescendo. Mi auguro che i risultati la aiutino ad acquisire fiducia. Senza esagerare però: non dobbiamo montarci la testa, queste sono solo amichevoli» Zeman ha già capito quale può essere il pericolo dopo sei vittorie in sei partitelle. 
PROMOSSI E NERVOSI – Sui singoli, il capo nota: «Osvaldo si sta comportando bene ma su di lui non avevo dubbi perché lo conoscevo. Florenzi sta continuando a lavorare nel modo giusto come aveva fatto lo scorso anno in serie B. Heinze terzino mi è piaciuto: anche se non ha grande piede, ha partecipato alla manovra con movimenti corretti. Sono andati bene tutti tranne uno» . Chi? «Non lo dico» . Mistero zemaniano. Ma non si riferisce a Tachtsidis, che negli spogliatoi si è detto mortificato per l’espulsione«E’ stata una partita vera con una nazionale che ha giocato con orgoglio davanti ai suoi tifosi. Sull’episodio hanno sbagliato arbitro e guardalinee» . Zeman l’ha segnalato in diretta al signor Vaughn, allontanandosi dalla panchina per spiegare le ragioni della Roma: «Tachtsidis ha preso una testata. E quando prendi una testata può capitare di reagire male. Certo, io al suo posto mi sarei buttato a terra a piangere…» 
DETERMINATO – Non piange di sicuro Gabriel Heinze. Zeman non lo considerava e gli aveva fatto capire che poteva lasciare la Roma, ora però lo sta utilizzando in tutti i ruoli della difesa: contro El Salvador ha fatto il terzino sinistro. Vuoi vedere che torna utile? «Ho giocato molti anni in quel ruolo, non ci sono problemi – chiarisce a Roma Channel -, l’importante per me è esserci. Manca ancora un mese alle partite che contano e dobbiamo lavorare duramente. Sono praticamente morto dopo gli allenamenti di Zeman ma non è finita. C’è ancora tempo per metterlo in difficoltà quando dovrà fare la formazione ».
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