(M. CECCHINI) – La rivoluzione non dorme. Da Balzaretti a Tallo (in puro ordine alfabetico) sono state finora ben 23 le maggiori operazioni in entrata (i baby talenti non li consideriamo) che la nuova Roma ha sgranato in meno di tre finestre di mercato (occhio, manca ancora il mese di agosto). Una cifra altissima, che si specchia in un numero di uscite poco meno congruo, 19, che va (anche qui alfabeticamente) da Antunes a Simplicio, la maggior parte dei quali usciti da Trigoria come svincolati.
Nessuna meraviglia, perciò, che guardando la formazione qui a fianco — una delle tante possibili — si nota come i reduci dell’era Sensi tra i possibili titolari, in 13 mesi si siano ridotti essenzialmente a tre, uno per ruolo: Burdisso in difesa, De Rossi a centrocampo e Totti in attacco. Non solo. Se la dirigenza riuscirà a liberarsi di giocatori illustri, ma al momento ai margini della rosa (Pizarro, Perrotta e Borriello), anche l’età media del gruppo giallorosso si abbasserà ulteriormente, accrescendo così le prospettive per un futuro solido e vincente. Insomma, la voglia di tabula rasa è divorante. Ma un avviso ai tifosi è d’obbligo: nella nuova era guai ad affezionarsi troppo ai calciatori. Salvo eccezioni, la filosofia del mercato sarà movimentista. Le stelle, perciò, potranno brillare in giallorosso anche solo per un anno per poi cambiare firmamento. L’importante, ovvio, sarà sostituirle sempre degnamente.