(A. Catapano) – I capelli arruffati di Dodò. La faccia pulita di Romagnoli. Il muso duro di Piris. Le guance paffute di Tachtsidis. L’espressione bambina di Florenzi. La faccia d’angelo di Bojan. Quelle da scugnizzi di Lamela e Lopez. Non è da questi particolari che si giudica un giocatore, soprattutto se ha le spalle strette. Però, che tenerezza fanno questi occhi di ragazzi a caccia di futuro. Vorresti dirgli: siete tutti bravi, diventerete tutti dei campioni, avrete una vita bellissima. E invece a qualcuno andrà peggio, è inevitabile. Si perderà, verrà dimenticato, diventerà uno qualsiasi.
Coraggio Oggi, però, tutti possono sognare. Hanno una squadra dove farlo, ambiziosa come loro, e un allenatore con cui crescere, severo ma giusto. E hanno talento, grinta, personalità, intelligenza, fantasia. Non giocheranno tutte le partite, ovvio. Ma oggi sono a pieno titolo giocatori da Serie A. È la sfida più bella che propone la Roma americana: competere a grandi livelli con una squadra di pochi senatori, tanti giovani e qualche giovanissimo cui finalmente concedere la grande occasione. Questo si chiama coraggio.
Che salto E la Roma ce l’ha avuto. Dodò, Romagnoli, Castan, Bradley, Tachtsidis, Lucca, Piris, Destro, Florenzi, Lopez, Balzaretti. Sono i volti nuovi della Roma 2012-13: il solo Balzaretti ha varcato la soglia dei 30, gli altri non superano i 25 anni e 9 mesi del brasiliano Castan, praticamente un vecchietto. Probabile che Romagnoli e Lucca faranno la spola tra prima squadra e Primavera, ma sono dettagli. Non cambierà la filosofia della nuova Roma, simboleggiata dal doppio salto del 18enne Lopez: qualche mese fa l’uruguaiano non era nemmeno titolare nella Primavera, Zeman lo ha inserito stabilmente in prima squadra, al punto da farlo duellare con Lamela (20 anni) per un posto tra i titolari.
Che sogni Anche i numeri, illustrati qui a fianco, spiegano la virata decisa dalla Roma con la nuova proprietà: la rosa oggi a disposizione di Zeman ha un’età media di 25 anni e 9 mesi. L’ultima formazione schierata da Vincenzo Montella, il 22 maggio 2011, al passo d’addio di Rosella Sensi, ne aveva esattamente cinque in più. Chissà se il talento purissimo di Miralem Pjanic, 22 anni e 3 mesi, avrebbe trovato spazio. «Siamo giovani, ma siamo pronti — l’augurio del bosniaco —. Vogliamo cominciare subito bene, per prendere fiducia. Sono convinto che arriveremo tra le prime tre». Giovane e ambizioso. Proprio come la Roma.