In principio era Nils Liedholm, il Barone, che predicava di far correre la palla invece di far correre a vuoto le gambe. Poi fu la volta di Sacchi che predicava di far girare il pallone, massimo con tre tocchi. Alla fine abbiamo chiuso la trilogia con il Guardolismo dove la ragnatela e il possesso palla diventa maniacale e ossessiva. Tanti nel frattempo ci hanno provato ad imitarli, ma non sempre riesce il miracolo, specialmente se il pensiero non scorre veloce. Falcao diceva sempre il Barone, non aveva un’ottima visone del gioco in campo, ma addirittura la prevedeva la giocata. Il punto d’incontro infatti tra gioco e giocatori e il puro pensiero e la velocità nei tempi di reazione. I giocatori sono sempre la sintesi più importante di qualsiasi sistema e Totti è uno di questi. Rivera l’ha definito: “parte di un élite del calcio”, qualcuno ha detto nel tempo che ha gli occhi dietro la nuca, con le sue aperture al millimetro, anche spalle alla porta. Ieri se ce ne fosse bisogno anche in amichevoli nel nuovo ciclo Zemaniano prime perle di saggezza e lampi di genio. Ogni parabola ha bisogno del sue predicatore e Totti anche alla soglia dei 36 anni ha dimostrato che come era in principio è sempre, gli allenatori e le dottrine cambiano, ma se il pensiero non scorre veloce la potenza è nulla senza il controllo.
Fonte: tuttomercatoweb