(A. PUGLIESE) Sempre presente in tutte e sette le amichevoli, con il terzo minutaggio complessivo (397 minuti giocati, dietro solo i 406 di Taddei e i 423 di Burdisso) di questo inizio di stagione. Per confermare che è proprio lui, Alessandro Florenzi, la sorpresa più bella di questa Romazemaniana ci sono anche i tre gol (contro i dilettanti di Riscone ed Irdning e quello doc al Liverpool), a testimonianza di una Roma a trazione anteriore. Già, perché nelle 34 marcature messe a segno finora ci sono anche i nomi di ben sette centrocampisti: oltre a Florenzi (che ieri è stato anche il più veloce nei test sui cento metri), Marquinho, Pizarro, Simplicio, Pjanic (4 addirittura i suoi centri, meglio solo Osvaldo con 5), Bradley e Tachtsidis. Una macchina da gol quella giallorossa che ha lampi di classe in attacco e un supporto importante dalle retrovie.
Orgoglio romano «Il fatto che il mister mi stia dando così tanti minuti mi dà fiducia — dice il centrocampista di Vitinia —. La concorrenza con Bradley? Il posto va guadagnato sul campo, deciderà l’allenatore chi far giocare. Io devo solo continuare a lavorare e ascoltare i consigli dei più grandi». Come quelli di De Rossi, che gli giostra accanto, romano nella pelle come lui. «Daniele mi dice sempre di giocare il più semplice possibile, che con il tempo arriverà anche la giusta intesa. Sono tifoso della Roma, anche io sento questa maglia tanto. Sono sensazioni forti, questa è la mia squadra. Un gruppo che dà spazio ai giovani: penso a gente forte come Bojan, Lamela, soprattutto Pjanic. E sono felice di esserci». Anche se per tornarci, è andato a farsi le ossa fino a Crotone. «Ma è normale, sono le dinamiche del mercato. Se l’anno scorso fossi rimasto a Roma, ora non sarei qui». Ed allora via, centrocampista di corsa, tempi giusti per gli inserimenti, la fatica che non sembra mai assalirlo. E, se serve, all’occorrenza anche altro, come già successo in Calabria. «Il mio ruolo è quello dove sto giocando ora, ma se serve faccio anche il terzino o l’ala».
Vai col samba Se Florenzi si dovrà giocare il posto con Bradley, Marquinho sulla carta è la riserva di Pjanic. Rispetto al bosniaco ha meno classe, ma può offrire più dinamismo e maggiori inserimenti. E, se serve, anche lui può giocare altrove, magari anche nel tridente offensivo. «È una possibilità, anche se non è il mio ruolo — dice il brasiliano —. Io mi sento sempre meglio, tra dieci giorni saremo tutti al 100%. Si vede già la mano del mister, ci sono tutti i segnali giusti per un’ottima stagione. Dove possiamo arrivare? Io la penso come Pjanic, tra le prime tre. Per come stiamo lavorando, le cose non possono andare storte». Neanche a lui, vista l’umiltà e l’allegria con cui affronta ogni allenamento. «Lo scorso anno ho fatto vedere meno di quanto possa fare, ho sentito la pressione per il riscatto. Ora sono tranquillo e sono ottimista». Anche la Roma, soprattutto se i centrocampisti continueranno a segnare così tanto.