(L. Valdiserri) – Dicono in tanti che gli attaccanti della Roma sono molti, che la concorrenza spietata potrebbe causare qualche problema e che, in fondo, per arrivare a un forte esterno destro di difesa e aggiungere un altro centrale si potrebbe anche sacrificare Osvaldo. La realtà è che se Roma-Catania si dovesse giocare oggi andrebbero in campo Lamela, Osvaldo e Nico Lopez, con Tallo in panchina o con un clamoroso recupero di Borriello che sarebbe però controcorrente rispetto alla linea societaria.
Questo perché anche ieri Bojan non si è allenato (risentimento muscolare nella zona dell’inguine destro), come Bradley e Dodò, perché Mattia Destro dovrà scontare una giornata di squalifica per l’ammonizione in Napoli-Siena, ultima giornata del campionato scorso, e soprattutto perché Francesco Totti è ritornato a Roma e stamattina sarà visitato dal professor Mariani alla gamba sinistra, che fu operata nel febbraio 2006 dopo il terribile incidente (frattura del perone e interessamento dei legamenti della caviglia) per un entrata da dietro dell’empolese Vanigli.
Un infortunio che mise a rischio la partecipazione di Totti al Mondiale, poi vinto in Germania, e che gli ha lasciato nel piede una placca metallica e undici viti. Non è un allarme rosso, ma è chiaro che i tempi per il controllo sono stati anticipati: Totti doveva fare il tagliando di ritorno da Irdning (la sera del 12). Il problema non è nella corsa – Totti ha fatto tutta la parte atletica – ma semmai c’è un fastidio quando il capitano calcia il pallone con la massima forza. Ferragosto di mezzo, quando ogni controllo medico è un po’ più difficile da fare, ha consigliato una precauzione in più. Totti potrebbe anche rientrare in Austria, dopo la visita e la risonanza magnetica, ma questo lo saprà soltanto oggi, quando sarà decisa la terapia anti- infiammatoria. La preparazione zemaniana, gli anni che passano, le amichevoli americane su terreni da baseball e non da calcio: tutto può avere influito.
La grande abbondanza, insomma, rischia di essere più sulla carta che nella realtà. C’è chi vede Osvaldo un po’ svogliato negli allenamenti – ma non è semplice entrare nel pensiero dell’italo-argentino – eppure Zeman ha fatto affidamento su di lui fin da quando andò a pescarlo nella Primavera dell’Atalanta. Il sosia di Johnny Depp sembra in smagliante forma fisica e, se già non lo è di sua spontanea volontà, qualcuno dovrebbe spiegargli che con Zeman avrà un’occasione più unica che rara per fare il definitivo salto di qualità.
Quello che attende anche Erik Lamela, che ieri ha parlato in conferenza stampa: «Con Zeman ancora non ci capiamo in qualche movimento, ma è normale perché siamo all’inizio. Lui vuole che giochiamo faccia alla porta, rispetto a Luis Enrique c’è un gioco diverso, l’attacco è più verticale. Le mie ambizioni? Penso che abbiamo una squadra forte, abbiamo i giocatori importanti e che faremo un anno buono. Spero di segnare di più, di fare più assist, di vincere qualcosa». Ieri l’argentino ha chiuso la partitella del pomeriggio segnando 5 gol (Pjanic ha interrotto un po’ prima dei compagni) e mostrando un’intesa sempre più raffinata con Nico Lopez. Due giovani per una Roma giovane che ieri, allungando di tre anni il contratto di Alberto De Rossi, tecnico della Primavera, si è messa a posto per un grande futuro.