(A. Pugliese) – Mancavano Bradley e Florenzi e Zeman, allora, ieri ha cercato di studiare, capire, fare le prove generali del centrocampo giallorosso. Così il boemo alla fine ha provato De Rossi interno destro, spedendo Tachtsidis in cabina di regia (esperimento durato solo 45′ e poi ribaltato nelle posizioni). Alla fine ne è uscito fuori anche qualcosa di buono, seppure ritmo, meccanismi e fluidità di manovra non sono sembrati perfetti. Ma ne è uscita fuori soprattutto la conferma di un Pjanic in crescita («Ma non ero al 100% per un affaticamento, ho provato comunque a dare il massimo»), sempre meno in difficoltà nell’apprendimento degli schemi di Zeman e sempre più a suo agio con il modulo. «È stato un test più difficile del previsto — dice il bosniaco —, anche perché dopo un periodo dove abbiamo lavorato tanto, è arrivato un momento di stanchezza. Ce lo aspettavamo, è normale, abbiamo provato a giocare semplice, alla fine l’importante era vincere, anche se l’avversario non era al nostro livello».
A sinistra Pjanic finora era abituato a dialogare a sinistra con Totti, ieri da quella parte si è trovato Destro come esterno d’attacco. Per lui è cambiato anche qualcosa, avendo più spazio per giocare e più campo per andare negli spazi. «In effetti ci sono delle differenze nel modo di giocare — ammette Pjanic —. Totti è uno che ama avere la palla tra i piedi e “combinare” la giocata, Mattia preferisce invece andare avanti, cercare la profondità. In entrambi i casi mi sembra che ci siano le soluzioni giste, speriamo che Checco ce la faccia per l’inizio del campionato». Del resto, Pjanic stavolta ha le idee molto chiare sulla stagione che vuole vivere. «Io ho grande voglia di vincere con questa maglia, a cominciare dalla prima sfida ufficiale, quella con il Catania. Lo dobbiamo ai nostri tifosi, che ci sono sempre vicini e che meritano una grande stagione. La squadra ha grande fiducia, ci crediamo tutti».
In vetrina Pjanic, quindi, ieri si è trovato a dialogare spesso con Mattia Destro, il grande protagonista del pomeriggio giallorosso. «Devo ancora mettermi alla pari con il gruppo — dice l’attaccante marchigiano —. Così, quando gli altri fanno determinati lavori, noi ultimi arrivati ci stacchiamo per fare altro. Giustamente è un momento in cui dobbiamo mettercela tutta, dobbiamo sudare per raggiungerli nella condizione fisica». Anche se a vederlo giocare in campo, Destro sembra avere già corsa, reattività e spunto. Rispetto alla sfida con l’Irdning, dove aveva giostrato da centravanti, stavolta Mattia ha giocato da esterno, a volte scambiandosi anche la posizione con Osvaldo. «Sono cose che ci chiede il mister, ma anche movimenti che vengono naturalmente — prosegue l’attaccante azzurro —. Quando tagli in mezzo e lasci lo spazio sulla corsia esterna, è normale che l’attaccante centrale vada a finire lì. Zeman ci chiede anche di aiutare in fase difensiva e noi proviamo a renderci utili». Una cosa è certa, centravanti o attaccante esterno, Destro si è già calato molto bene in questa Roma.