Giorgio Rossi, storico ex massagiatore della Roma, ha detto la sua sulla nuova Roma di Zdenek Zeman che si appresta ad esordire in serie A contro il Catania
Dopo 55 anni non sarà al seguito della Roma. Quali sono le sue sensazioni?
“Sono sensazioni bellissime. Vorrei andare allo stadio, ma probabilmente vedrò la partita in televisione. I miei amici vorrebbero portarmi. Ripeto, per me è una sensazione bellissima, però andare allo stadio e non essere lì a bordo campo come ho fatto in tutti questi lunghi anni, mi dà una sofferenza. E’ la vita, si tira avanti facendo un grande in bocca al lupo a Zeman. Vito Scala mi ha telefonato dicendomi: ‘Vieni già a salutare il Mister e porta però un pacchetto di Malboro Light, così lo fai felice'”.
Come ha vissuto questa prima estate da ‘pensionato’ lontano da ritiri e preparazioni?
“L’ho vissuta quasi in simbiosi: ogni volta che vedevo la preparazione mi tornavano sempre in mente le sveglie, le colazioni… perché il massaggiatore è sempre il primo ad alzarsi al mattino e l’ultimo ad andare a letto. Ho rivissuto tutte quelle sensazioni ricordandomi dei momenti belli ma anche dei momenti di sofferenza che purtroppo riserva il calcio, specialmente quando si perde. Si vorrebbe sempre vincere, perché la cosa più bella del calcio è la vittoria. Non sempre, però, si può vincere”.
Cosa pensa del ritorno di Zeman?
“Penso che è stata una scelta felice. Certo, il duello era tra lui e Montella e io voglio bene anche Montella: l’ho avuto come giocatore e anche alcune panchine. Si intravedeva già lo spirito da allenatore, era uno che vedeva bene la partita. Si intuiva che era un allenatore nato, oltre che un giocatore fantastico”.
Si aspettava le dimissioni di Luis Enrique?
“No, non me le aspettavo. Credo abbia avuto un ripensamento all’ultimo momento. Penso gli sia sfuggito di mano qualcosa. Certo, a Roma siamo abituati ad altri livelli e il tifoso romanista è molto esigente. Abbiamo subito delle sconfitte un po’ pesantucce che hanno fatto veramente male”.
Mi torna in mente il pesante ko di Lecce che vi costò il tricolore: quanto è vivo ancora il ricordo di quella delusione?
“Quella è ancora una pugnalata al cuore. Ci si mise anche il portiere che fece il fenomeno in quella partita, parando tutto quello che c’era da parare. Succede, ci sono delle partite che nascono male: quella purtroppo ci fece perdere lo scudetto dopo una rimonta bellissima sulla Juventus che ci fece recuperare, se non sbaglio, 11 punti”.
Lei che di giocatori ne ha visti passare davvero molti, è soddisfatto dell’ultima campagna acquisti della Roma?
“Penso che la Roma ha fatto una campagna acquisti veramente buona. Certo, bisogna vedere ora la risposta sul campo, ma mister Zeman con il suo carisma e con il suo lavoro farà bene”.
Sono partiti giocatori importanti come Pizarro, Simplicio, Heinze e lo stesso Borini: a chi era più affezionato?
“A Pizarro. Ogni tanto gli facevo una battuta: gli dicevo che quando entrava in campo lui, entrava la luce. Ed era vero: quando lui entrava, illuminava il gioco. Qualche volta teneva tropo la palla, però è un grande giocatore. Lo vedo molto bene alla Fiorentina”.
De Rossi, soltanto pochi giorni fa, ha ribadito il suo amore per questi colori e la sua volontà di rimanere alla Roma a dispetto di offerte faraoniche. Lei se lo aspettava?
“Io sì, conoscendo Daniele sì. Lui vuole bene a Roma. E’ nato a Ostia e quella maglietta ce l’ha stampata addosso. Certo nel mondo del calcio è tutto possibile: alcune volte, anche quando si crede alle bandiere, si può rimanere delusi. Così come io rimasi male per la partenza di Di Bartolomei quando andò al Milan: lui si sentiva romano, ma quella fu una grossa mancanza. Pensando poi che si è suicidato nel giorno dell’anniversario della sconfitta nella Coppa dei Campioni, è un ricordo tremendo”.
Un suo augurio alla Roma, che si appresta a iniziare la stagione?
“Mi auguro che questa Roma vinca. In bocca al lupo a Zeman, a Totti, a De Rossi e a tutta la squadra. Un abbraccio!”.
Fonte: Romanews.eu