(C. Zucchelli) – C’erano tutti gli ingredienti per la festa: 50mila spettatori, la pioggia che doveva esserci e non c’è, il ritorno di Zeman, un avversario non irresistibile come il Catania di fronte.
E invece il debutto in campionato della Roma ha ben poco di una serata di festeggiamenti: 2-2 contro i siciliani di Maran, un pareggio arrivato a tempo scaduto grazie a un’invenzione di Nico Lopez, entrato da una manciata di minuti, e la sensazione, anzi la certezza, che ci sia ancora tanto, anzi tantissimo, da lavorare. Zeman, d’altronde, sabato era stato chiaro: «Siamo forti, ma non siamo ancora una squadra». Vero, verissimo.
Si è visto chiaro ieri, così come si è visto chiaramente che il gol del Catania era in fuorigioco e che questa squadra, comunque, al contrario dello scorso anno lotta fino all’ultimo. Otto uomini sulla linea di centrocampo.
E’ la Roma di Zeman che alle 20.47 inizia ufficialmente la sua stagione. Il gran caldo almeno nei primi minuti la fa da padrone, la Roma crea gioco, il Catania aspetta e riparte e si rende pure pericoloso al 13’ quando Almiron su punizione da 25 metri sfiora il palo.(…)
Il Catania reclama anche un rigore per un tocco di mano di Castan in area ma il tiro di Barrientos gli sbatte sulla faccia e De Marco lascia correre. Il vantaggio del Catania è nell’aria: punizione di Almiron, il pallone sbatte su un difensore della Roma, finisce sui piedi di Marchese, in chiara posizione di fuorigioco, che solo davanti a Stekelenburg non sbaglia. (…)
Lo stadio prova a incitare la squadra, i giocatori si buttano in avanti cercando di non accusare il colpo e sfiorano il pareggio quando su cross di Balzaretti Andujar esce a vuoto e Lamela col sinistro tira sul corpo di Osvaldo. La Roma si innervosisce, i giocatori del Catania non risparmiano qualche colpo e De Marco deve faticare per calmare gli animi. Zeman in panchina è una maschera, non si alza, osserva la squadra soffrire e lasciare che Barrientos abbia di nuovo tra i piedi un pallone che però calcia male e finisce tra le braccia di Stekelenburg. Il portiere olandese si fa trovare pronto ed evita il raddoppio quando esce sui piedi di Gomez lanciato a rete da Barrientos. Il primo tempo finisce così, con la Roma sotto di un gol e i fischi appena accennati dello stadio, quasi incredulo di fronte al vantaggio del Catania.
Si riparte con gli stessi 22 in campo e la Sud che prova a spingere la Roma quantomeno al pareggio. Lamela prova a dare la scossa: si conquista una punizione, la tira ma Andujar manda in angolo, sugli sviluppi del quale Osvaldo di testa manda sul palo.L’Olimpico si infiamma, la Roma attacca sotto la sua Curva e si butta in avanti fin dai primi minuti: poca razionalità, tanto cuore, tanta voglia ma non basta. Ci vuole una prodezza e al 15’arriva: cross di De Rossi morbido a scavalcare la difesa, Osvaldo in rovesciata batte Andujar e fa 1-1. Bellissima la sua esultanza a incitare tutto lo stadio, bellissimo l’abbraccio faccia a faccia con Totti, bellissimo anche il risarcimento di quel gol in Roma-Lecce di un anno fa annullato ingiustamente per fuorigioco.
La Roma ci crede, spinta da uno stadio straordinario, e punta a vincere. «Daje», dice De Rossi che in occasione del gol corre in difesa ad abbracciare Castan, e i compagni lo seguono. E’ un monologo romanista, lo stesso De Rossi ci prova da 30 metri ma non inquadra lo specchio.
Il Catania non tocca un pallone fino al 24’ quando Gomez, ben servito da Lodi, trova una prateria sulla fascia destra e batte Stekelenburg che accenna appena l’uscita. Zeman cambia: fuori Lamela e dentro Marquinho – bocciatura per Nico Lopez e Bojan – out anche Pjanic per Florenzi. Il doppio cambio non sembra sortire effetti a una squadra tramortita dal gol di Gomez e anche lo stadio, Curva Sud a parte, assiste in silenzio. Gli unici applausi si sentono quando esce Totti ed entra Nico Lopez, ma è un attimo.
I romanisti sono increduli, Zeman, che si alza per la prima volta, anche. La mossa però è giusta: al minuto 47’ Nico Lopez riceve un pallone da Bradley, stoppa col sinistro, si libera di un avversario e pareggia battendo Andujar sul primo palo. La Roma non fa in tempo a festeggiare che Castro con un pallonetto spaventa tutti e prende la traversa. Il pallone non entra, sarebbe stata una punizione troppo grande.