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IL MESSAGGERO Due capolavori salvano la Roma

Esultanza Nico Lopez

(U. Trani) – Zeman, dopo nove successi in nove amichevoli, pareggia la prima partita ufficiale. Il campionato della Roma comincia con il deludente pareggio casalingo contro il Catania, mai battuto tra l’altro in carriera dal tecnico di Praga: 2 a 2 all’Olimpico, arricchito da cinquantamila spettatori entusiasti dal ritorno del boemo. I giallorossi, però, fanno cilecca. Il gioco non si vede, le due reti sono prodezze dei singoli, la rovesciata di Osvaldo e l’invenzione di Lopez. I gol degli ospiti, però, sono entrambi in fuorigioco. Prima del secondo, l’arbitro De Marco non vede nemmeno un rigore (e neanche quello di area, il signor Massa): fallo di mano di Bellusci.
La Roma non vince la prima dal 2007. Per due volte riesce a raggiungere il Catania, dimostrando almeno carattere e voglia. Ma i giallorossi sembrano imballati. In tutti i settori. Sulle fasce con Piris e Balzaretti, il terzino destro colpevole in particolare sulla seconda rete di Gomez. Anche in mezzo, dove Pjanic non lascia traccia della sua performance, De Rossi è lento e Bradley poco lucido. Male anche Lamela. Meglio Totti dell’argentino, almeno per l’impegno. Il più bravo, dall’inizio, è Osvaldo. Gol da favola, palo e altro. Zeman, quando mette Marquinho a destra per Lamela, non convince. Anche perché mancano venti minuti e gli ospiti sono di nuovo in vantaggio.
La Roma inizia male l’incontro. E, come accade spesso nel calcio, si sveglia solo quando va sotto. Il gol di Marchese, casuale e in fuorigioco, produce l’effetto desiderato da Zeman e dal pubblico dell’Olimpico. La rete del Catania arriva al ventinovesimo del primo tempo: i giallorossi fino a quel momento non sono mai riusciti a tirare in porta. Poco o niente, comunque, anche dopo. Un tocchetto di Lamela su cross di Balzaretti e respinta di Andujar, respinto davanti alla linea da Osvaldo e un tiro centrale di Bradley, bloccato dal portiere in due tempi, e uno lento e prevedibile sempre di Lamela che nei primi quarantacinque minuti si vede solo per queste due iniziative. Maran, proseguendo il lavoro di Montella, insiste sul 4-3-3: Barrientos e Gomez lavorano bene in fase difensiva e sfondare due linee di nove uomini diventa durissima.
Gomez è imprendibile a sinistra. Fa ammonire subito Bradley e Burdisso, ma prima del recupero si divora la palla del 2 a 0, anche se per la verità è bravo Stekelenburg a chiudere con una coraggiosa uscita a terra. L’1 a 0, invece, da una punizione calciata da Almiron e appoggiata involotariamente da Osvaldo sui piedi di Marchese, in evidente posizione di fuorigioco. La Roma, se non alza il ritmo, è prevedibile e per gli ospiti coprire il campo è semplice.
Meglio la Roma della seconda parte. Soprattutto ad inizio frazione. Lamela, su punizione a giro, trova ancora Andujar che in volo devia in angolo. Osvaldo, a seguire, colpisce il palo con una girata di testa. Il centravanti, su lancio di De Rossi, si inventa la bicicletta in area per il gol del pari al quindicesimo. Sull’1 a 1 Osvaldo, ancora di testa, tocca verso la porta, ma sulla traiettoria trova un braccio di Bellusci. I giallorossi non fanno in tempo a protestare che subiscono in contropiede la rete di Gomez, lasciato solo da Piris che aveva sbagliato anche l’appoggio di testa al limite dell’area avversaria. Anche questo gol risulta viziato dalla posizione di Lodi, il regista che manda in porta il compagno e che parte in fuorigioco: 2 a 1 per il Catania al ventiquattresimo.
Zeman prova a cambiare, ma c’è poco da fare. Il secondo gol pesa sul morale del gruppo. Escono Pjanic, disordinato e intermittente, e Lamela, deconcentrato e spesso fuori dal coro, rispettivamente per Florenzi e Marquinho. Il brasiliano, da attaccante esterno, entra male in partita: sarebbe stato meglio vedere in campo Bojan. La terza sostituzione è quella decisiva: Lopez per Totti al quarantesimo, anche perché il capitano è dolorante alla caviglia sinistra.

 

Al primo minuto di recupero l’uruguaiano, su lancio di Bradley, salta con un pallonetto Alvarez e al volo batte Andujar per il 2 a 2. Sembra finita, al minuto quarantasei. Ma al quarantottesimo Castro, sempre dal lato di Piris, entra in area in solitudine e sull’uscita di Stekelenburg colpisce la traversa. Perdere alla prima, con due gol incassati in fuorigioco, sarebbe stato però troppo. 

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