Ecco l’intervista dell’allenatore in seconda del Novara ex calciatore della Roma, Mark Strukelj, rilasciata durante la trasmissione su Centro Suono Sport “Tana Libera Tutti”.
Che Novara dobbiamo aspettarci?
“Sicuramente un Novara con il coltello tra i denti, noi sappiamo bene che il nostro obiettivo sarà molto difficile da ottenere ma cercheremo di fare una grossa prestazione sperando che la Roma conceda qualche piccola debolezza. Questa sarà una delle poche situazioni in cui il Novara potrà venire fuori, comunque con la consapevolezza di affrontare una squadra forte”.
Quest’ anno non crede che la Roma sia troppo prevedibile?
“Non direi prevedibile, piuttosto è una squadra con un’ identità di gioco ben precisa con grande qualità, è una squadra propositiva, e questo è il modo giusto per arrivare ai risultati”.
Avete analizzato con più attenzione la prestazione della Roma contro il Genoa o contro il Milan?
“Noi abbiamo visto un po’ tutto, anche il Palermo, il Cagliari e la Lazio e mi sembra superfluo dire che questa Roma ci ha molto impressionato dal punto di vista tattico, ha una grande qualità di gioco”.
Cosa pensa che patiscano maggiormente gli avversari giocando sul campo sintetico?
“Secondo me il campo sintetico favorisce le squadre più tecniche,sicuramente i primi 5-10 minuti bisogna adattarsi, ma giocatori di spessore come lo sono quelli della Roma non credo che abbiano di questi problemi, anzi sul sintetico la palla rimbalza bene. Non vedo problemi”.
Possiamo dunque dire che il campo sintetico e il futuro del campionato italiano o una valida alternativa?
“Da tradizionalista quale sono, preferisco il campo d’erba!”
Si è parlato molto ultimamente del rapporto che dovrebbe esserci tra il mister e i giocatori, anche in riferimento alla Roma, quale pensa che sia l’ostacolo maggiore ad una buona compresione da entrambe le parti?
“Sicuramente per quanto riguarda la Roma quando si ha un cambiamento radicale ci vuole del tempo perché i giocatori si abituino ad un nuovo modo di vedere le cose, e di sicuro questo è il fattore più difficile da mettere in atto e si deve costruire partendo da tante cose, in primis i risultati. Soprattutto in Italia, Paese nel quale non si ha tanta voglia di aspettare. La mentalità è il fattore più difficile da inculcare”.
Fonte: centro suono sport- tana libera tutti