(M.Pinci) Uno si è riscoperto ciclista, due giocano ancora, anche se lontanissimo da dove lo facevano un anno fa. È durata 452 giorni appena la deriva spagnoleggiante intrapresa 14 mesi fa dalla Roma. Archiviata in modo definitivo dalla cessione al Milan di Bojan, ultimo baluardo del fronte iberico nella capitale. Il 4 giugno del 2011, la Roma made in Usa inaugurava la revoluciòn annunciando l’ingaggio di Luis Enrique, allenatore delle Asturie cresciuto alla scuola del Barcellona.
E, poco dopo, l’acquisto di due giocatori che ne incarnavano la doppia natura: José Angel, giovane dello Sporting Gijon, e Bojan Krkic, talento della cantera del Barça. Con loro, anche un lunghissimo staff di tecnici provenienti dalla Spagna, e guidati dal folkloristico mental coach ToninLlorente: motivazioni ai giocatori non era riuscito a restituirne, in compenso ha collezionato espulsioni e sceneggiate. Anche lui oggi al calcio ha preferito la tavola da surf.
Oltre a twitter, dove documenta le proprie vacanze sulle onde di Playa de Langre. Per dimenticare le dimissioni da allenatore giallorosso, invece, Luis Enrique ha scelto la bici: un’estate in tour sulle montagne spagnole, Covadonga e il bacino di Foix le ultime tappe della sua personalissima “vuelta”. Salutato Bojan, la priorità del mercato romanista è ora liberarsi anche dell’ingaggio di Marco Borriello: rifiutato il Wolfsburg, l’attaccante aspetta un prestito last minute all’Inter (ma occhio alla Fiorentina). Sabatini stringerebbe allora per l’attaccante Marco Sau del Cagliari: ufficialmente il giocatore è stato offerto, in realtà la trattativa l’ha imbastita il ds su indicazione di Zeman. Il Cagliari spara alto (7 milioni), la Roma punta al prestito, poi a gennaio si lavorerà su Pepito Rossi. Vicino anche un giovane terzino: non Jung, che resterà all’Eintracht. Verso l’Inter: più grave del previsto l’infortunio di Bradley, lesione di primo-secondo grado al retto femorale e stop di un mese.