Passata con difficoltà, come una sbornia che non vuole saperne di lasciarti la testa, la piazza giallorossa ha smaltito con postumi reiterati e costanti la cessione del folletto blaugrana al Milan ed ora deve per forza di cosa restare con la mente nella città della Madunnina. Non certamente per vedere il debutto di Bojan con la maglia rossonera ma proprio perché sarà Milano il prossimo palcoscenico dove la Roma è chiamata ad esibirsi, la Scala del Calcio come qualche romantico ancora la chiama (o forse è solamente Caressa nei suoi incipit). Borriello è già la, non tanto per testare le condizioni del nuovo manto erboso di San Siro ma per tentare (cambia una consonante ma fa tutta la differenza del mondo) di trovare una sistemazione che faccia comodo a lui per definirsi ancora un calciatore e alla Roma, che andrebbe a togliersi dalla busta paga un altro stipendio bello pesante come una multa arretrata. Qualcun altro ci arriverà invece, la squadra ovviamente. Ci arriverà Totti che ha un feeling splendido fra cucchiai,rigori e colpi di testa, San Siro è una sua seconda casa. Ci ritornerà Burdisso, motivato ogni volta a far vedere che la nomea di quarta scelta era una delle più sbagliate da affibbiargli. Ci arriverà finalmente Mattia Destro, un ragazzo che è cresciuto da quelle parti, giocando però solo con la Primavera nerazzurra, “dreaming San Siro”, sogno infranto o no ma sta di fatto che lo vivrà con una maglia diversa, quella giusta verrebbe da dire. Si affronta la capolista per distacco reti realmente in testa e si affronta un tecnico che a Trigoria c’è cresciuto come un figlio, “dreaming Primavera” ma quella panchina non fu mai sua: gli bastò una stagione all’Inter Primavera per far innamorare Moratti. C’è tanto di Milano nel presente,passato e futuro di questa Roma. In parte va dimenticato con alcune cessioni, in parte va monitorato con la classifica alla mano ed in parte, oh si assolutamente si, va battuto. E Zeman sa come fare….
A cura di Andrea Di Carlo.