(F.Ferrazza) – La vittoria di Milano rialza il sipario su Zemanlandia, dando il via ai giochi senza frontiere targati boemo. E i romanisti impazziscono per la follia calcistica di mister 4-3-3, perché, in fondo, basta davvero poco a riaccendere la miccia di una febbre giallorossa che aspettava solamente di essere rinnescata. I tre gol che affondano l’Inter, regalano ossigeno all’umoralità di una piazza che ha accolto il ritorno di Zeman come un anno zero, dal quale ripartire, sperando che l’utopia possa questa volta trasformarsi in realtà. Già nella serata di domenica i social network hanno cominciato a raccogliere i riconoscimenti per il tecnico boemo, da «Daje Sdengo», a «Grazie per averci fatto ricominciare a sognare».
Esagerazioni, forse, che restituiscono però l’idea di come la città giallorossa si aggrappi al gioco di Zeman per sperare che questa stagione possa portare qualche soddisfazione. Anche gli interisti, tifoseria da sempre ostile ai colori giallorossi, ha reso omaggio alle battaglie portate avanti dall’allenatore «Onore a Zeman, icona del calcio pulito», così, tanto per restituire il senso di come il boemo sia sempre più un personaggio trasversale. Talmente trasversale da essere insignito ieri in Campidoglio dal sindaco Alemanno del premio ‘Avversari si, nemici mai’. «Sono convinto che la gente vuole vedere il calcio come sport pulito e per questo mi ha fatto piacere lo striscione degli interisti».
C’è poi spazio per parlare della vittoria di San Siro. «Abbiamo vinto con merito, sono molto contento, ma la squadra non aveva fatto tanto male neanche col Catania, abbiamo preso due gol i fuorigioco. Totti? Su di lui non ho niente da dire, da 15 anni è un giocatore importante, un fuoriclasse, ha fatto bene la preparazione e i risultati si vedono. E Osvaldo? Se protesta meno, sarà meno antipatico agli arbitri». La sosta del campionato non arriva forse nel momento più giusto. «Peccato interrompere dopo un risultato importante. Abbiamo 8-9 nazionali, speriamo tornino con l’entusiasmo visto a Milano perché vogliamo competere e giocarci il campionato, disturbando tutti sul campo, anche se è presto per dire se saremo noi l’anti-Juve».
E un campo di proprietà la Roma spera di averlo presto. Come è l’ad Fenucci a ribadire. «Abbiamo individuato dei siti, sono 3-4, tutte aree all’interno del raccordo anulare. Dopo aver parlato con i proprietari e il Comune prenderemo la decisione finale. Lo stadio è uno dei cardini di sviluppo della nostra strategia societaria, per questo abbiamo intrapreso un processo trasparente e pubblico». Sulle prospettive poi, Fenucci non ha dubbi. «Le idee di Zeman sono rimaste le stesse e si sposano con la nostra filosofia, una squadra che gioca sempre all’attacco che dia soddisfazione ai nostri tifosi».