(M. Ferretti) – Come Francesco Totti,Alessandro Florenzi da Vitinia, ventuno anni, il piccolo grande eroe di Milano, è arrivato alla Roma dalla Lodigiani. Era poco più che un bambino quando si è affacciato per la prima volta a Trigoria, scelto da Bruno Conti, e giocava all’ala destra. Correva come un disperato, era di costituzione piuttosto esile ma, come si dice in questi casi, prometteva bene perché con il pallone tra i piedi ci sapeva davvero fare. Un dono della natura; forse anche un’eredità del padre Luigi, che era stato calciatore anche se al massimo era riuscito a giocare nell’Eccellenza laziale. Appesi gli scarpini al chiodo, Luigi, che insieme con la moglie Luciana gestisce un bar in un impianto sportivo ad Acilia, ha cominciato a fare l’autista di Alessandro, impegnato tre, quattro volte a settimana con gli allenamenti al Bernardini.
Prima di indossare la maglia della Lodigiani, Alessandro era stato nella Scuola Calcio dell’Axa e poi alla San Giorgio Acilia. Il passaggio dalla Lodigiani alla Roma all’inizio della stagione 2002-03, cioè a undici anni: parte con i Giovanissimi, non gioca molto ma a Trigoria continuano a credere in lui e lo confermano anche per gli Allievi. E tra un impegno e l’altro con gli Allievi, Alessandro continua a non perdersi una sola partita della sua amata Roma all’Olimpico. È tifoso da sempre, uno di quelli che ci stanno davvero con la fede. Un bel giorno, proprio all’Olimpico, Ale incontra una bella ragazza mora della sua età, Ilenia, tifosa persa della Magica come lui. Tra i due scattano i primi sorrisi, poi si passa allo scambio dei numeri del telefonino e, oplà, sboccia l’amore. Un sentimento che li accompagna ancora oggi. Conosciuto l’amore, Florenzi conosce anche un altro ruolo: Andrea Stramaccioni lo trasforma da ala in centrocampista. E proprio muovendosi in quella posizione nel giugno dello scorso anno con la Primavera di Alberto De Rossi, che gli aveva consegnato i gradi di capitano, ha conquistato lo scudetto, battendo in finale a Pistoia il Varese allenato da Devis Mangia, oggi suo cittì nell’Under 21 azzurra. Prima del trionfo di Pistoia, Alessandro in maggio aveva esordito in Serie A all’Olimpico contro la Sampdoria, entrando in campo negli ultimi minuti al posto di Totti.
Dalla Roma al Crotone e poi di nuovo a Roma è storia recente. Così come è ancora sulla bocca di tutti che il ds Walter Sabatini ha dovuto sborsare un milione di euro più la comproprietà di Pettinari per riportare Florenzi nella Capitale visto che con il club calabrese non era stato fissato il controriscatto.
A proposito di soldi: Alessandro attualmente è legato alla Roma da un contratto che scadrà nel 2014 con uno stipendio annuo di circa 30 mila euro lordi. Si tratta ancora del primo contratto che ha firmato da professionista un paio di anni fa ai minimi federali. Il suo agente, Alessandro Lucci, è già d’accordo con la dirigenza giallorossa per fare un nuovo contratto entro tempi brevissimi e, secondo indiscrezioni, si dovrebbe arrivare alla firma senza grossi problemi. Il nuovo accordo dovrebbe durare fino al 2017, con uno stipendio base intorno ai 400 mila euro netti per il primo anno e poi a salire. Zdenek Zeman, che se fosse rimasto al Pescara avrebbe voluto Alessandro in riva all’Adriatico, lo considera un punto fisso della Roma di domani; intanto, però, lo ritiene importantissimo anche nella Roma attuale. Chi sostiene che Florenzi contro l’Inter abbia giocato da titolare solo perché non c’era Bradley dice il vero fino ad un certo punto perché il boemo stravede per lui. «Zeman, che ci fa correre tantissimo, mi aiuterà ad arrivare alla nazionale maggiore», ha dichiarato ieri dal ritiro dell’Under a Casarano. Sono in molti, del resto, a pronosticare che dopo Verratti e Insigne toccherà a lui fare il grande salto azzurro. Alla Scala del calcio, domenica scorsa, Florenzi ha dimostrato di essere pronto. E di non aver paura.