(G.Piacentini) – Il tema non è nuovo, ma torna di moda ogni volta che un calciatore si fa male giocando in nazionale.Contro la Bulgaria è toccato a Daniele De Rossi, che si è fermato per un infortunio muscolare e che, dopo il problema alla caviglia che rimediato nella gara contro l’Inter, ha stretto i denti per esserci. «Siamo un po’ preoccupati per le condizioni di Daniele, l’infortunio ci tiene in apprensione », le parole del professor Gemignani, il responsabile dello staff medico della Roma, che oggi sottoporrà il calciatore a nuovi esami. Con ogni probabilità sarà confermata la diagnosi dei medici della nazionale: lesione al bicipite femorale della coscia. Un infortunio che lo costringerà a restare fermo almeno per tre settimane. Una brutta tegola per la Roma, che ha scelto di mantenere un profilo basso parlando di «sfortunata coincidenza».
Fuori dalle dichiarazioni di facciata, però, a Trigoria c’è malumore per un infortunio che poteva essere evitato. Il dito è puntato principalmente contro Cesare Prandelli, «colpevole» di averlo utilizzato anche se non al meglio, ma in molti speravano che fosse proprio Daniele – che prima della partita aveva annunciato la sua presenza in campo al d.s. Sabatini, rassicurandolo sulle sue condizioni – a fare un passo indietro. I medici azzurri, da parte loro, rispediscono al mittente ogni accusa: per loro De Rossi era in grado di giocare, e l’infortunio è diverso da quello precedente. […]